Le terribili condizioni dei maiali negli allevamenti europei arrivano in Parlamento a Strasburgo #EndPigPain

Venticinque immagini e un video per mostrare agli occhi del mondo in che modo sono trattati i maiali cresciuti negli allevamenti intensivi di Italia, Spagna, Finlandia, Polonia, Regno Unito, Paesi Bassi e Norvegia.

Maltrattati, castrati chirurgicamente senza anestesia, rinchiusi in piccole gabbie e ammassati nella sporcizia. Ecco come vivono i suini negli allevamenti intensivi dei paesi europei, la denuncia questa volta arriva dalla Lav.

Venticinque immagini e un video per mostrare agli occhi del mondo in che modo sono trattati i maiali cresciuti negli allevamenti intensivi di Italia, Spagna, Finlandia, Polonia, Regno Unito, Paesi Bassi e Norvegia in mostra al Parlamento Europeo di Strasburgo

Gli animali cresciuti in batteria sono al centro della campagna europea #ENDPIGPAIN’, lanciata dall’associazione Eurogroup for Animals e sviluppata e promossa da Lav, Lega AntiVivisezione, in esclusiva per l’Italia, approdata al Parlamento Ue grazie all’interesse dell’eurodeputato socialdemocratico danese Jeppe Kofod, membro dell’Intergruppo Animali della stessa eurocamera.

FIRMA QUI LA PETIZIONE

“Per gli Europarlamentari sarà come essere realmente all’interno di un allevamento di maiali: potranno vedere le condizioni di vita di questi animali e le terribili mutilazioni a cui sono sottoposti. Si tratta di aspetti che riguardano tutti i cittadini, perché il modo in cui trattiamo gli animali ha conseguenze sulla loro esistenza ma anche implicazioni sulla nostra alimentazione, sulla nostra salute e sulla nostra coscienza”, – afferma Roberto Bennati, vicepresidente Lav in una nota stampa.

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Secondo Bennati, in Europa milioni di suinetti vengono castrati senza anestesia né analgesia, le loro code mozzate o cauterizzate, i loro denti troncati.

“Da tempo abbiamo denunciato queste pratiche davvero cruente, invasive e generalizzate, incredibilmente consentite dalla legge e che, se operate entro il settimo giorno di vita dei cuccioli, non richiedono il ricorso all’anestesia né la presenza di un medico veterinario, e quindi vengono effettuate da semplici operatori dell’allevamento in una sorta di catena di montaggio”, continua il vicepresidente Lav

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Una pratica davvero barbara:

“Si prende il piccolo, si tagliano i testicoli, la coda o si troncano i denti, e si ributta l’animale nel recinto. Si stima che non vengano dedicati più di 30 secondi a maialino: nessuna sutura, nessuna medicazione delle ferite o sterilizzazione del bisturi, lo stesso usato per tutti, o della tenaglia, spesso usata per mutilare coda e denti: questa è la realtà su cui si fonda la discutibile eccellenza della produzione di prosciutto e di maiali destinati al macello”, aggiunge Bennati.

In pochi mesi, la campagna ha raccolto oltre 12mila firme.

“È un segno – continua Bennati – che gli italiani sono sensibili alle sofferenze di questi animali, e insieme a noi si sono mobilitati per chiedere al ministro Lorenzin di intervenire per mettere fine a mutilazioni e sofferenze”.

Ricordiamo che le mutilazioni espongono i maiali a rischio infezioni, soprattutto quando vengono castrati in modo doloroso per prevenire l’odore di verro nella carne e che il taglio sistemico della coda, così come la mozzatura dei denti, sono illegali in Europa da oltre 20 anni, ma la norma è ampiamente disapplicata.

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Secondo il Censimento Agricoltura ISTAT, nel 2010 in Italia il 77% dei suini era allevato in stabilimenti con più di 2mila animali: oltre 7 milioni di suini in soli 1.187 stabilimenti, con oltre l’84% dell’intera popolazione concentrato in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.

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Ecco come vivono gli animali negli allevamenti intensivi:

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Tutti noi possiamo fare qualcosa affinché non ci siano più immagini come quelle che vediamo in questo video, animali ammassati, senza luce naturale, in evidente stato di paura, agitazione e stress. Come? Scegliendo un’alimentazione più consapevole e firmando la petizione rivolta al ministero della Salute Lorenzin.

Dominella Trunfio

Foto: Lav

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