Influenza aviaria: 6 milioni di polli abbattuti in Giappone mentre l’India chiude il più grande mercato di pollame

Da novembre sono ormai quasi 6 milioni i polli abbattuti negli allevamenti in Giappone a causa dell'influenza aviaria

Continua a diffondersi in tutto il mondo l’influenza aviaria, portando ad una vera e propria strage di volatili che vengono abbattuti in massa negli allevamenti appena si scopre la presenza della malattia. Il Giappone registra un vero e proprio record: sono già 5,8 milioni i polli abbattuti e si arriverà presto a superare i 6 milioni!

Dallo scorso novembre, un ceppo altamente patogeno del virus dell’influenza aviaria (fortunatamente non pericoloso per l’uomo) è stato rilevato in 36 allevamenti di pollame in 15 prefetture del Giappone.

Questo ha portato ad una strage di polli molto simile a quella che si era verificata durante l’epidemia di influenza aviaria del 2005-2006 quando 5,78 milioni di polli infetti erano stati abbattuti nelle prefetture di Ibaraki e Saitama.

Secondo quanto riferito dall’emittente NHK, stavolta si prevede che il numero sarà più alto e raggiungerà i 6 milioni circa quando sarà completato l’abbattimento in corso.

Le indagini effettuate negli allevamenti, tra l’altro, hanno anche evidenziato dei casi dove non sono state rispettate le linee guida. Alcune aziende non avevano eseguito una corretta disinfezione e alcune avevano aperture nelle loro strutture che permettevano l’ingresso di animali selvatici.

Anche altri paesi stanno fronteggiando una vera e propria emergenza legata all’influenza aviaria. Tra queste c’è l’India dove la malattia ha colpito diverse migliaia di uccelli in tutto il paese (al momento sono interessati dal problema 9 stati).

A Delhi è stato chiuso il mercato di Ghazipur, il più grande mercato di pollame all’ingrosso, dopo che sono stati trovati morti centinaia di uccelli (soprattutto corvi) ma si è deciso di chiudere anche zoo, parchi con laghi, riserve naturali e alcuni allevamenti.

Migliaia di volatili sono stati già abbattuti in tutta l’India.

Anche l’Europa, purtroppo, è interessata dal problema. Ve ne avevamo parlato nei seguenti articoli:

Fonti: NHK Japan / The Indu

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