Identificato il cacciatore che ha ucciso la lince Nenúfar: gli ecologisti chiedono il massimo della pena

Il cacciatore rischia fino a due anni di reclusione, l'interdizione alla caccia per quattro anni e una sanzione di oltre 100mila euro.

La Guardia civile spagnole ha identificato e denunciato l’uomo che la scorsa estate ha ucciso una femmina di lince iberica a Menasalbas, Toledo.

Un’agente aveva trovato il corpo senza vita della lince lo scorso giugno in un terreno di caccia a Montes de Toledo. La femmina di lince trovata morta si chiamava Nenúfar ed era stata rilasciata in natura nel febbraio 2017, nell’ambito del Progetto per il recupero delle specie nel territorio.

Al momento della morte, Nenúfar aveva da poco partorito quattro cuccioli che stava allattando: uno dei piccoli è stato trovato morto pochi giorni dopo l’uccisione della madre e si presume che anche i suoi tre fratelli abbiano avuto lo stesso destino, sebbene i loro corpi non siano mai stati trovati.

Il cacciatore si è difeso dichiarando di aver ucciso la lince per errore e che credeva di aver sparato a una volpe, ma ora potrebbe subire una pena pesante: aver ammazzato Nenúfar potrebbe costare all’uomo fino a due anni di reclusione oltre a quattro anni di interdizione alla caccia e un risarcimento economico per danni al patrimonio naturale, che potrebbe superare i 100.000 euro.

Gli attivisti dell’Ecologistas en Acción di Toledo ritengono particolarmente grave questa uccisione poiché ha causato un danno a una specie in pericolo.
L’associazione considera un’aggravante il fatto che la morte di Nenúfar abbia portato alla morte anche dei quattro cuccioli, dunque chiederà il massimo della pena prevista dalla legge per i crimini contro la fauna selvatica protetta.

Secondo Ecologistas en Acción nel corso di quest’anno sono stati uccisi dodici esemplari di lince a Montes de Toledo, di cui almeno quattro per mano di cacciatori. A questi vanno aggiunti i quattro cuccioli che stava allevando Nenúfar.
Nonostante si tratti di una specie protetta, sembra che il Ministero dello sviluppo sostenibile non stia lavorando per proteggere questi animali nei terreni di caccia.
Gli attivisti hanno richiesto un incontro presso il ministero per avere chiarimenti e per chiedere che venga fatto di più per perseguire simili atti, che causano danni enormi per la biodiversità.

https://twitter.com/Jose_Gavira/status/1181202599686676480

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