Green Hill: sciopero della fame degli attivisti. 17mila firme sul tavolo del Viminale per farlo chiudere

Dopo la manifestazione che ha visto la presenza di 4000 persone arrivate a Montichiari per chiedere la chiusura dell'ellevamento di beagle destinati alla vivisezioneGreen Hill, la mobilitazione si sposta al Viminale, accompagnata da un presidio degli attivisti davanti agli uffici comunali.

Dopo la manifestazione che ha visto la presenza di 4000 persone arrivate a Montichiari per chiedere la chiusura dell’ellevamento di beagle destinati alla vivisezioneGreen Hill, la mobilitazione si sposta al Viminale, accompagnata da un presidio degli attivisti davanti agli uffici comunali.

In attesa che il sindaco di Montichiari Elena Zanola si rechi dal nuovo ministro dell’Interno per discutere della difficile situazione legata al canile lager, un gruppo di attivisti del coordinamento «Fermare Green Hill» ha dato vita ad uno sciopero della fame davanti al municipio della città, con l’intenzione di mantenere il presidio – e il digiuno – fino a quando non verrà fatto chiudere il canile.

Sono quasi 17mila, infatti, le firme raccolte in tutta Italia per chiedere la chiusura di Green Hill, che il comitato ha consegnato nei giorni scorsi al Sindaco, per invitarla a prendere una decisione in merito. Elena Zanola è stata infatti più volte attaccata per non aver saputo gestire al meglio la situazione e per essere anche in possesso di un’ordinanza di chiusura per illeciti amministrativi a cui non ha fatto seguire alcun provvedimento.

“Ho pensato spesso di chiudere Green Hill per motivi di ordine pubblico – si difende il primo cittadino – Devo solo capire se rientra tra le mie possibilità. Ho scritto al Viminale per trovare una soluzione. Montichiari non può più essere presa d’assalto da questi manifestanti. Le firme vengono da tutta Italia e ora è Roma a doversene occupare – chiarisce –È il Parlamento che deve rivedere la legge”. Nessun attacco contro chi porta avanti la mobilitazione, ci tiene a chiarire, ma “grandissima stima per quelli che hanno raccolto le firme”.

Sta di fatto che, secondo alcuni promotori dell’iniziativa, le procedure potrebbero essere molto più semplici: “Basterebbe che il Pirellone seguisse l’esempio dell’Emilia dove la legge regionale vieta l’allevamento di animali per la vivisezione”, spiega Sara D’Angelo, membro del coordinamento.

In attesa dell’incontro tra il sindaco e il ministro, prosegue il digiuno degli attivisti, a cui è stato però impedito dalla polizia di sostare sotto il porticato del municipio, transennato da venerdì. Pioggia e freddo non frenano però le donne manifestanti: “Siamo ancora qui e non molliamo” – hanno dichiarato – Siamo, anzi, ancora più motivati. Piove, ma ci siamo attrezzati con ombrelli ed impermeabili. Vogliamo solo manifestare in maniera civile e pacifica”. Alla loro protesta si è unito anche l’ex ministroMichela Brambilla, che segue dall’inizio questa vicenda e ha portato alle attiviste il suo sostegno: “Ora basta, non si può continuare a ignorare l’ indignazione dei cittadini– ha dichiarato – Ciascuno si assuma le proprie responsabilità e non finga di non sapere. Non bisogna mollare. Ognuno di noi deve fare la sua parte, con la generosità di sempre. E così farò anch’io – promette – sarò con voi”.

Non resta dunque che attendere di vedere se l’incontro del sindaco Elena Zanoli andrà a buon fine e se finalmente qualcuno si prenderà le dovute responsabilità per quanto accade all’interno del canile lager ormai tristemente famoso in tutta la penisola.

Eleonora Cresci

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