Green Hill: attivisti “arrabbiati” si incatenano nell’allevamento (video)

Nel timore che gli sforzi finora compiuti possano risultare vani, a causa del parere contrario alla chiusura di Green Hill che la XIV Commissione del Senato potrebbe esprimere tra pochi giorni, il Comitato Fermare Green Hill ha organizzato durante la mattinata di oggi una nuova manifestazione di protesta contro i maltrattamenti subiti dai cani destinati alla vivisezione all’interno dell’allevamento di Montichiari (Bs).

Incatenati davanti agli uffici di Green Hill. Nel timore che gli sforzi finora compiuti possano risultare vani, a causa del parere contrario alla chiusura dell’allevamento che la XIV Commissione del Senato potrebbe esprimere tra pochi giorni, il Comitato Fermare Green Hill ha organizzato durante la mattinata di oggi una nuova manifestazione di protesta contro i maltrattamenti subiti dai cani destinati alla vivisezione all’interno dell’allevamento di Montichiari (Bs).

Seguendo il motto recitato dai loro striscioni, “Chiudere Green Hill… altrimenti ci arrabbiamo”, gli attivisti hanno deciso di compiere una nuova azione eclatante legandosi con tubi di ferro e lucchetti alla sede degli uffici dell’azienda. Il loro scopo è di attirare l’attenzione sulle sorti degli emendamenti alla Direttiva Europea sulla sperimentazione animale, che si decideranno a Roma questa settimana. La direttiva era stata varata a Bruxelles nel settembre 2010.

L’azione odierna è parte della “Operazione altrimenti ci arrabbiamo”, che sbarcherà a Roma martedì 27 marzo, con un’azione di protesta che si svolgerà di fronte al Senato, organizzata in collaborazione con il comitato Montichiari Contro Green Hill. Verranno presentate in tale sede le decine di migliaia di firme raccolte nei mesi scorsi a sostegno della chiusura dell’allevamento bresciano. Come comunicato dal Comitato Fermare Green Hill, dalla suddetta direttiva Europea potrebbero essere stati già cancellati in silenzio alcuni emendamenti, tra cui quello che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione e per questo ribattezzato “Emendamento Anti Green Hill”:

“I legislatori si trovano in questo momento a dover decidere le sorti degli animali nei laboratori e del futuro della sperimentazione animale. Vista la crescente e ampia sensibilità pubblica sull’argomento crediamo che non possano farlo di nascosto e che debbano tenere conto della volontà delle persone, non solo di quella delle aziende chimico-farmaceutiche o degli allevatori come Green Hill e Harlan. Quello che vogliamo è l’abolizione totale della sperimentazione sugli animali. Chiudere gli allevamenti è un primo passo in questa direzione”.

La speranza degli attivisti è che sia le azioni di protesta odierne che la manifestazione organizzata per mercoledì prossimo possano essere gli ultimi interventi eclatanti necessari a decretare la chiusura di Green Hill. Gli attivisti sono giunti oggi a legarsi per il collo alle grate dell’allevamento, in segno di completo sdegno per ciò che avviene all’interno di un lager in cui gli animali non sono considerati come tali ma come delle semplici future cavie destinati ad una sperimentazione scientifica che dovrebbe essere ormai così avanzata da non aver alcun bisogno di servirsi di esse.

È inoltre trapelata una notizia secondo cui alcuni cani dell’allevamento bresciano, non più utili per la sperimentazione, sarebbero già stati affidati ad associazioni animaliste italiane, che potrebbero essere le stesse ad aver indetto a Roma per la mattinata di domani una manifestazione che si terrà di fronte al Pantheon alle 10:30. Ad essa aderiranno ENPA, LAV, Lega Nazionale per La Difesa del Cane, Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, OIPA e il Comitato spontaneo “Occupy Green Hill”.

Per vedere tutte le foto del blitz clicca qui

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