Gorilla positivi ai test per Covid allo zoo di San Diego, contagiati dagli esseri umani

Alcuni gorilla dello zoo di San Diego in California sono risultati positivi al covid dopo essere stati contagiati probabilmente da un custode

È successo quello che si temeva da tempo: due gorilla in cattività sono stati contagiati dagli esseri umani con il Covid. I primati sono gli animali più simili all’uomo e quindi maggiormente suscettibili al contagio, lo aveva già sottolineato Jane Goodall e la sua fondazione, lanciando l’allarme sui rischi per queste specie che tanto ci somigliano.

Alcuni gorilla dello zoo di San Diego in California sono risultati positivi al coronavirus, a contagiarli probabilmente è stato uno dei custodi del loro recinto, malato ma asintomatico e che, a detta dei responsabili dello zoo, aveva sempre seguito le raccomandazioni di sicurezza, incluso indossare dispositivi di protezione individuale quando si trovava vicino agli animali.

Un episodio che mostra ancora una volta come non siano gli uomini (come inizialmente si pensava) ad essere a rischio contagio da parte degli animali ma l’esatto contrario (e l’ha dimostrato anche un recente studio). In più proprio i primati sono quelli che rischiano maggiormente, in quanto simili agli esseri umani.

Come si legge infatti sul sito The Jane Goodall Institute of Canada:

“È stato scoperto che il virus COVID-19 condivide il 96% della sua struttura con il coronavirus dei pipistrelli insieme agli amminoacidi cruciali dei pangolini malesi che aiutano il virus a legarsi alle proteine ​​del recettore ACE2 umano nelle membrane cellulari. Gli esseri umani e i primati non umani hanno proteine ​​ACE2 quasi identiche nelle loro cellule, presentando una preoccupazione per scienziati e ambientalisti che l’attuale pandemia di coronavirus possa essere altrettanto dannosa per i primati. Mentre non è ancora stato confermato caso di COVID-19 nei primati selvatici, la loro stretta relazione con l’uomo è motivo di grave preoccupazione”.

Ora quello che si temeva è accaduto. Fortunatamente però i primati, che al momento sono i primi ad essere stati infettati negli Usa (e forse nel mondo), sembra stiano bene e abbiano solo una lieve sintomatologia, continuano anche a mangiare, bere e interagire tra di loro come nella norma.

“A parte un po’ di congestione e tosse, i gorilla stanno bene”, ha dichiarato Lisa Peterson, direttore esecutivo del San Diego Zoo Safari Park.

I test sono stati eseguiti al momento solo sui 2 gorilla che presentavano i sintomi e sembra che anche un terzo (asintomatico) sia positivo. Non si esclude ovviamente (anzi è probabile) che anche gli altri primati, dato che vivono tutti insieme, siano ugualmente infetti (o lo saranno a breve).

I veterinari stanno monitorando da vicino la situazione degli 8 gorilla e hanno fatto sapere che dovrebbero tutti rimettersi al meglio.

I rischi per i primati

La fondazione Jane Goodall ricorda che le malattie rappresentano una delle principali minacce per i primati  dopo la perdita di habitat e la caccia.

“Negli ultimi 60 anni, le popolazioni di grandi scimmie in tutta l’Africa hanno sperimentato epidemie mortali di comuni malattie trasmesse dall’uomo come il virus respiratorio sinciziale umano (HRSV), il metapneumovirus umano (HMPV) e il rinovirus umano C.”.

Non stupisce dunque che, in piena pandemia, ci si preoccupi in particolare della salute  di questi animali che, proprio come noi, sono inclini a malattie respiratorie che ne possono anche provocare la morte.

Quello dei gorilla, tra l’altro, non è certo il primo caso di trasmissione da uomo ad animale.

Ad aprile, era stata contagiata una tigre allo zoo del Bronx di New York City mentre a dicembre si è registrata la prima infezione da coronavirus negli Usa in un leopardo delle nevi dello zoo di Louisville in Kentucky.

Fonti: San Diego Zoo / New York Times / The Jane Goodall Institute of Canada

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