Giappone shock: riprende la caccia alle balene nell’Antartico, nonostante i divieti

Il Giappone riprende la caccia alle balene nell’Antartico. In nome di una fantomatica ricerca e di improbabili studi scientifici, Tokyo se ne infischia della decisione della Corte Internazionale di Giustizia e riprende la caccia ai danni di balenottere minori e di altre specie di cetacei

Il Giappone riprende la caccia alle balene nell’Antartico. In nome di una fantomatica ricerca e di improbabili studi scientifici, Tokyo se ne infischia della decisione della Corte Internazionale di Giustizia e riprende la caccia ai danni di balenottere minori e di altre specie di cetacei.

Così, mentre la Cop21 di Parigi ci scorre sotto gli occhi, manco a volersene prendere beffa, i nipponici vanno giù duro di nuovo con la storia di ammazzare innocenti balene e l’Agenzia giapponese per la pesca ha notificato International Whaling Commissione che riprenderà la caccia alle balene nella stagione 2015-16 sotto un nuovo piano “scientificamente ragionevole”, dicono.

E la notizia, ovvio, causa quel minimo di reazioni di incredulità miste a rabbia profonda dovuta e ammissibile, dal momento che la decisione dei giapponesi disdegna in toto l’autorità dell’Australia sulle acque al largo dell’Antartide e il fatto che va a fare incetta di cetacei nel bel mezzo di un santuario.

La sua scellerata determinazione, d’altronde, il governo nipponico l’aveva già annunciata l’anno scorso, quando si era impegnato nella caccia alle balene per la ricerca scientifica, “al fine di raccogliere le informazioni indispensabili per gestire le risorse baleniere”.

Ma a noi e a tutti gli ambientalisti non basta. La compagnia giapponese Kyoto Senpaku Kaisha, che opera nei mari dell’Antartico, è stata sanzionata dalla Corte Federale d’Australia con una multa di un milione di dollari australiani (circa 650mila euro) per aver continuato a cacciare i cetacei in un’area protetta, violando un’ingiunzione del 2008.

caccia balene giappone

Secondo Peter Hammarstedt, comandante di Sea hepherd, gruppo attivista ambientale, con questa multa “le autorità doganali dell’Australia potrebbero sequestrare beni e mezzi appartenenti alla flotta baleniera” per aver ucciso animali in un santuario protetto in acque australiane.

Per ora Sea Shepherd non ha annunciato l’annuale campagna per contrastare la caccia di balene nelle acque dell’Australia, dove è già si impegna nella lotta alla pesca illegale del merluzzo dell’Antartico. D’altro canto, quella del Giappone è una vera e propria violazione della legge internazionale, per cui provvedimenti seri, non solo lo mobilitazione da parte di un’organizzazione no-profit, vanno necessariamente presi.

Germana Carillo

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