Furetti: un video shock della Peta svela i maltrattamenti negli stabulari

Un video shock della PETA ritrae i maltrattamenti cui sono sottoposti alcuni furetti presso la Triple F Farms, un’azienda che li alleva sia come animali domestici come cavie

Ancora una volta, inermi animali disumanamente maltrattati diventano protagonisti di un video di denuncia della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) che documenta le atroci sofferenze cui sono sottoposti ogni giorno migliaia di furetti, costretti a testare farmaci e prodotti di bellezza e a figliare per il mercato dei pets, gli animali da affezione.

Furetti stipati in gabbie microscopiche, cuccioli ancora senza pelo lasciati morire sul pavimento o a penzoloni alla base delle griglie, oppure gettati nell’inceneritore ancora vivi, animali affetti da prolassi intestinali e infezioni non curate agli occhi, madri disperate che corrono ininterrottamente in cerchio con i piccoli in bocca. Tutto filmato.

Ancora una volta, immagini crude e forti che lasciano senza parole, girate dagli attivisti del Peta in uno degli allevamenti più grandi degli States che si trova nella cittadina di Sayre, in Pennsylvania. Si tratta della Triple F Farms, un’azienda che alleva furetti sia come animali domestici che come cavie. Un’altra fabbrica dell’orrore, perché lo stabulario deve produrre un numero sufficiente di animali per incassare. Questo ciò che conta. I soldi, non le sofferenze.

Quanto alla Triple F Farm, l’azienda continua a pubblicizzarsi come “un allevamento a conduzione familiare in cui gli animali vivono nell’ambiente più sicuro e pulito possibile, nutriti in maniera appropriata e curati”. “Produciamo furetti divertenti, favolosi e con pelo splendido dal 1985” si legge sul loro sito.

Così, è davvero triste pensare che i sopravvissuti al lager potrebbero tanto ritrovarsi in una casa accogliente, circondati di coccole e attenzioni, che in un’altra fredda gabbia, quella di un laboratorio, costretti a patire per tutta la vita sofferenze indicibili.

Ancora una volta, non sembra proprio esserci limite alla falsità e all’orrore.

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