Gli animali si stanno ‘rimpicciolendo’, ed è colpa nostra

I cambiamenti climatici stanno 'rimpicciolendo' gli animali. I ricercatori lo sostengono da tempo, ma ora arriva la conferma in un nuovissimo studio, che punta l'attenzione sull'estinzione degli animali di grossa taglia.

I cambiamenti climatici stanno ‘rimpicciolendo’ gli animali. I ricercatori lo sostengono da tempo, ma ora arriva la conferma in un nuovissimo studio, che punta l’attenzione sull’estinzione degli animali di grossa taglia.

Secondo un recente studio, i cambiamenti climatici causati dalle attività umane stanno mettendo a rischio le specie di grossa taglia e privilegiando animali di piccole dimensioni.

I cambiamenti climatici e l’estinzione di animali di grossa taglia

La conservazione della biodiversità è un aspetto fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e le differenze presenti nel mondo animale tra le diverse specie sono molto importanti per l’ambiente. Le attività umane e i cambiamenti climatici in atto stanno determinando tassi di estinzione elevati tra gli animali, soprattutto quelli di grandi dimensioni.

Secondo un recente studio condotto dall’Università di Southampton e pubblicato nel rivista Nature Communications, a causa dei cambiamenti climatici nel prossimo futuro prevarranno animali di piccole dimensioni.

La ricerca si è occupata di osservare 15.484 tra mammiferi terrestri e uccelli esaminandone caratteristiche e abitudini per determinare quali animali hanno più probabilità di estinguersi nel prossimo secolo. Tra le caratteristiche prese in esame dallo studio, sono state considerate le dimensioni degli animali, la loro dieta, nonché la longevità e l’habitat.

Secondo lo studio, si prevede l’estinzione di circa mille specie animali nel corso del prossimo secolo: aquile, rinoceronti e tigri sembrano essere le specie più a rischio.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che la crescita degli animali è oggi ostacolata dall’aumento delle temperature e questo determina un calo ponderale di mammiferi e uccelli.

Gli animali starebbero riducendo le proprie dimensioni poiché una una taglia ridotta consente un minor apporto di cibo e una migliore dispersione di calore. Dimensioni più piccole negli animali rappresentano dunque una caratteristica di adattabilità per la sopravvivenza, perché in questo modo gli animali possono far fronte alle risorse di cibo sempre più scarse e temperature più elevate.

Cause e conseguenze delle estinzioni

Le attività umane hanno un enorme impatto ambientale e provocano una graduale distruzione di habitat naturale. L’agricoltura intensiva, l’urbanizzazione e la deforestazione sono le principali cause dei cambiamenti climatici in atto. La perdita di specie di grossa taglia è preoccupante perché quando si verificano delle estinzioni, si hanno di conseguenza effetti su tutto l’ecosistema.

L’estinzione di una o più specie rende necessario il raggiungimento di nuovi equilibri poiché causa ripercussioni su tutto l’ambiente coinvolgendo tutte le altre specie animali e quelle vegetali. Chiaramente le conseguenze riguardano anche l’uomo che si affida all’ambiente per avere cibo e acqua potabile: mammiferi e uccelli sono ad esempio coinvolti nella distribuzione dei semi delle piante.

L’estinzione di specie animali ci riguarda tutti, ma non è inevitabile: ricerche come quella dell’Università di Southampton ci consentono infatti di intervenire per proteggere le specie a rischio attraverso azioni conservative mirate.

“La perdita proiettata di mammiferi e uccelli non sarà ecologicamente casuale, piuttosto un processo selettivo in cui determinate creature verranno selezionate naturalmente, a seconda delle loro caratteristiche e vulnerabilità ai cambiamenti ecologici. ” Dichiara Felix Eigenbrod, professore all’Università di Southampton nel comunicato stampa.

“Le estinzioni erano viste in precedenza come tragiche e inevitabilil, ma possono anche essere viste come opportunità per azioni di conservazione mirate. Finché una specie che si prevede di estinguersi persiste, c’è tempo per l’azione di conservazione e speriamo che ricerche come la nostra possano aiutare a guidare questo. ” Conclude Amanda Bates,ricercatrice  presso la Memorial University in Canada.

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Tatiana Maselli

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