Roberta Ragni Un giovane elefantino se ne sta in piedi, immobile, davanti al corpo della mamma. Non vuole staccare la piccola proboscide dalla sua schiena. Eppure non c'è molto da fare: l'hanno avvelenata i bracconieri con una lancia che le ha colpito la testa
Un giovane elefantino se ne sta in piedi, immobile, davanti al corpo della mamma. Non vuole staccare la piccola proboscide dalla sua schiena. Eppure non c’è molto da fare: l’hanno avvelenata i bracconieri con una lancia che le ha colpito la testa.
E pensare che appena 24 ore prima erano stati fotografati da un turista mentre giocavano insieme felici. È la triste storia che arriva dalle pianure del Masai Mara National Reserve, in Kenya.
Ora, invece, il piccolo, che non può più bere il latte della mamma, rischia di morire se non sarà salvato subito. Quando il branco comincia lentamente ad allontanarsi, l’elefantino prova a seguire un’altra madre che allatta il suo cucciolo. L’orfano affamato cerca di succhiare, ma l’elefantessa dolcemente lo spinge via.
Gli elefanti solitamente adottano gli orfani del branco. Ma condividono il latte solo in situazioni in cui non mettono a repentaglio la salute dei propri piccoli. Per fortuna, però, subito viene allertato da Nairobi Richard Roberts, del Mara Elephant Project.
Così ha inizio un drammatico e teso salvataggio. La matriarca diventata, infatti, estremamente protettiva verso l’orfano e i soccorritori faticano a catturarlo. Alla fine hanno la meglio e Roi, questo il nome scelto per lo sfortunato pachiderma, viene portato in un ‘orfanotrofio’ per elefanti.
Le prime settimane di un giovane elefante orfano sono sempre critiche. Purtroppo, non tutti sopravvivono. La sensazione di dolore e angoscia può diventare così forte da portarli letteralmente a rinunciare alla vita, rifiutando cibo o acqua. Per fortuna, però Roi viene subito confortato e consolato dagli orfani più anziani del centro, che gli danno l’attenzione e l’amore di cui aveva bisogno.
Vivrà qui fino all’età di tre anni, quando sarà trasferito per essere svezzato e reintrodotto tra gli elefanti selvatici.
Roberta Ragni
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