Commercio illegale di animali selvatici: ogni anno incassa 19 miliardi

19 miliardi di euro all'anno. È questo il giro d'affari che ruota attorno al commercio illegale di animali in un dossier presentato ieri dall'Onu dal titolo “Fighting illicit wildlife trafficking a consultation with governments – Combattere il traffico illegale di fauna selvatica – una consultazione con i Governi” e realizzato dal Wwf e daTraffic, la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica.

19 miliardi di euro all’anno. È questo il giro d’affari che ruota attorno al commercio illegale di animali in un dossier presentato ieri dall’Onu dal titolo “Fighting illicit wildlife trafficking a consultation with governments – Combattere il traffico illegale di fauna selvatica – una consultazione con i Governi” e realizzato dal Wwf e daTraffic, la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica.

Quello che è emerso nel corso dell conferenza di presentazione del dossier da parte degli ambasciatori delle Nazioni Unite a New York, è che il volume di denaro mosso dal bracconaggio e dal commercio clandestino dei poveri animali è al quarto posto a livello mondiale, dopo gli stupefacenti, la contraffazione e il traffico di esseri umani.

Solo per dare alcune cifre, è pari a 10 miliardi di dollari annui il valore del commercio illegale di fauna selvatica, escludendo la pesca e il legname. È pari a 60mila dollari al chilo il prezzo raggiunto dal corno di rinoceronte. Nel 2011, poi, è stato sequestrato avorio proveniente da 2.500 esemplari di elefanti. I pesci e gli uccelli non se la cavano di certo meglio. Ogni anno, 100 milioni di tonnellate di pesce e 1.5 milioni di uccelli vivi sono commercializzati illegalmente. E per le piante medicinali si arriva addirittura a 440mila tonnellate annue.

Il traffico illecito di fauna selvatica è cresciuto negli ultimi anni, nonostante gli sforzi congiunti da parte della comunità internazionale, dei governi e della società civile. La tendenza negativa, ahinoi, è stata confermata da alcuni degli eventi più recenti relativi ai traffici di fauna selvatica. Per esempio, il 2011 è stato il più alto anno record per il bracconaggio degli elefanti, per il furto di corna di rinoceronte dai musei e dalle case d’asta e dai negozi di antiquariato nell’Unione europea. Secondo le stime l’avorio venduto illegalmente è stato pari a 23 tonnellate (i 2.500 elefanti di cui sopra. Inoltre, il bracconaggio di rinoceronti in Sud Africa è salito ad un livello record nel 2011, con la morte di 448 esemplari. Il Wwf ha inoltre confermato che tra il 2007 e il 2011 il numero di rinoceronti cacciati in Sud Africa è aumentato del 3.000 per cento.

Orrore. Nel febbraio del 2012, centinaia di elefanti sono stati macellati in un unico incidente nel Bouba N’Djida National Park, nel Camerun, da bande di bracconieri armati di mitra, probabilmente originari da Ciad e Sudan. Cinque simili eventi di bracconaggio di massa di elefanti da allora si sono verificati in tutto il Centro Africa. La gravità di quanto accaduto in Camerun è stato un ulteriore campanello d’allarme per la comunità internazionale e i governi dei paesi colpiti, soprattutto in termini di minacce alla sicurezza.

Emerge dal dossier che i governi sono d’accordo sul fatto che il commercio illegale di fauna selvatica possa compromettere la sicurezza dei paesi. Infatti, gran parte del commercio di prodotti illegali è gestito da gruppi criminali a livello internazionale, e il profitto può essere utilizzato per finanziare conflitti civili e terrorismo e attività connesse. Inoltre, il commercio illegale di animali ostacola lo sviluppo sostenibile e lo sviluppo economico e sociale riducendo l’efficacia dei governi, erodendo lo stato di legalità e danneggiando la reputazione e la fiducia nei confronti degli Stati. Tutti concordi inoltre nel dire che il bracconaggio distrugge le ricchezze naturali visto che lo sfruttamento illegale di fauna selvatica è in grado di ridurre fortemente le specie e, in alcuni casi, le porta all’estinzione.

Non solo gli animali. Questa insana pratica comporta dei rischi per la salute pubblica visto che può rappresentare un meccanismo di trasmissione di malattie. Non essendo un mercato controllato, infatti, gli animali infetti potrebbero trasferire malattie. Sono oltre 200 le patologie infettive trasmissibili tra cui Marburg virus, ebola, epatite A e B, aspergillosi, botulismo, salmonella, simian deficiency virus.

Sono spesso le comunità più povere del mondo a essere danneggiate da questo commercio illegale, mentre le bande criminali e i funzionari corrotti traggono profitto. I ranger dei parchi più a rischio ci stanno rimettendo la vita e quelle famiglie che dipendono dalle risorse naturali stanno perdendo i loro mezzi di sussistenza ” ha detto Jim Leape, Direttore Generale di WWF International. “Gran parte del commercio di prodotti illegale di specie selvatiche è oramai gestito da reti criminali sofisticate con un respiro internazionale. I profitti derivanti dal traffico della fauna selvatica sono utilizzati per l’acquisto di armi, per finanziare i conflitti civili e il terrorismo e attività connesse dice il rapporto“.

La domanda di prodotti naturali illegali è in aumento di pari passo con la crescita economica in quei paesi consumatori emergenti, e con denaro facile e profitti sempre più alti per le organizzazioni criminali“, ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie, Traffic e Foreste del Wwf Italia. “Ci auguriamo che i diversi Governi maggiormente interessati aprano gli occhi e si rendano conto che devono affrontare il commercio illegale di Natura come una questione urgente“.

Francesca Mancuso

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