Vittoria! A Rovigo il TAR fa chiudere allevamento di 11mila visoni

Il Tar Veneto ha approvato il ricorso di Lav ed Essere animali disponendo la chiusura di un allevamento di visoni in provincia di Rovigo

L’allevamento di visoni di Villadose, in provincia di Rovigo, dovrà cessare la propria attività e chiudere per sempre.

Lo ha stabilito il Tar Veneto, accogliendo il ricorso delle associazioni animaliste LAV ed Essere animali contro il Comune di Villadose, la Regione Veneto e l’Azienda ULSS N. 5 Polesana, oltre che nei confronti dell’azienda agricola che ha richiesto di convertire l’allevamento da bovini a visoni e dell’impresa che successivamente ha rilevato la struttura.

Diverse le irregolarità che hanno portato il Tar a emettere la sentenza. Innanzitutto, durante l’iter previsto per concedere le autorizzazioni, il Comune di Villadose non ha acquisito dall’allevatore tutti gli atti e la documentazione necessari per una valutazione completa.

Inoltre, l’allevatore non ha fornito informazioni chiare e coerenti rispetto allo smaltimento delle deiezioni degli animali. Nella documentazione fornita, l’azienda dichiarava in un punto che lo smaltimento sarebbe stato effettuato da ditte specializzate, mentre in altri punti spiegava che sarebbero state sparse sul suolo.
Essere Animali e LAV hanno dimostrato che le deiezioni non erano smaltiti sui campi e per questo motivo l’allevamento era da considerare di tipo intensivo.

Il Comune non ha però qualificato l’allevamento come intensivo e questo ha fatto sì che l’attività non dovesse rispettare la normativa sulle distanze minime della struttura alle abitazioni.

L’allevamento, che deteneva ben 11mila visoni destinati a divenire pellicce, svolgeva infatti la propria attività a un chilometro dal centro del paese e meno di 50 metri dalle abitazioni e già questo sarebbe bastato a negare l’autorizzazione al cambio d’uso della struttura.

Il Comune ha anche rinunciato ad acquisire la valutazione sull’impatto olfattivo dell’allevamento inizialmente richiesta, nonostante i visoni producano emissioni olfattive nove volte superiori a quelle dei bovini.

L’allevamento avrebbe poi dovuto essere classificato come “industria insalubre di prima classe” e questo avrebbe reso necessarie ulteriori verifiche igienico-sanitarie, prima di poter avviare l’attività. Il Tar Veneto ha valutato che il Comune non ha provveduto a sollecitare l’Azienda ULSS per approfondimenti in merito.

Oltre all’impatto ambientale dell’allevamento, attraverso il ricorso LAV ed Essere animali hanno dimostrato anche i potenziali rischi relativi alla diffusione sul territorio del visone americano, specie carnivora alloctona.

Con la sentenza del TAR Veneto l’allevamento di visoni di Villadose dovrà chiudere: in Italia cisono però ancora circa una ventina di allevamenti di visoni presenti in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

LAV e Essere Animali chiedono da tempo che venga vietato a livello nazionale l’allevamento di animali da pelliccia, l’introduzione di un divieto nazionale di allevamento di animali da pelliccia per motivazioni ambientali, scientifiche ed etiche.

“La sentenza del TAR Veneto sia uno stimolo per Governo e Parlamento a esaminare le proposte di Legge per introdurre in Italia il divieto di produzione di pellicce. Nel nostro paese il numero degli allevamenti è drasticamente calato negli anni e l’industria della pellicceria è in crisi, grazie alla presa di coscienza dei consumatori rispetto alla sofferenza degli animali”, hanno affermato LAV ed Essere Animali in un comunicato stampa.

L’aumentata sensibilità dei consumatori nei confronti degli animali e della loro sofferenza ha portato a un forte calo nelle vendite delle pellicce e già diversi europei hanno deciso di abolire gli allevamenti.

In Italia invece ogni ano vengono uccisi circa 145mila visoni ed è ora che anche il nostro Paese vieti queste crudeli attività.

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