Cani ‘motivatori’ in classe per aiutare i piccoli studenti

Cani 'motivatori' in classe per aiutare i piccoli studenti nell’apprendimento e nell’attività didattica. Al via il progetto sperimentale dell’associazione sarda Coda di lupo, che porta i nostri amici a quattro zampe tra i banchi.

Cani ‘motivatori’ in classe per aiutare i piccoli studenti nell’apprendimento e nell’attività didattica. Al via il progetto sperimentale dell’associazione sarda Coda di lupo, che porta i nostri amici a quattro zampe tra i banchi.

E’ un progetto che coinvolge otto nazioni europee, in Italia la prima città coinvolta è Ales in Sardegna dove i cani diventeranno dei motivatori e dei catalizzatori di attenzione‘ nelle classi quarta e quinta.

In generale, per una anno in 30 scuole europee avverrà la medesima cosa, ovvero in ore stabilite, i cani saranno tra i banchi insieme ai bambini.

“Con noi ci saranno operatori anche di Spagna, Norvegia, Polonia, Lituania, Romania, Portogallo, Lettonia e Ungheria”, spiega Luca Frau, dell’associazione Coda di Lupo.

Avevamo già affrontato il tema dei cani a scuola. Una recente ricerca dell’Università di Buckingham sostiene che ogni scuola ne dovrebbe avere uno per ridurre lo stress in classe e per aiutare i bambini a sentirsi più sicuri.

In generale, da sempre sponsorizziamo il rapporto tra animali e bambini, un legame speciale che aiuta i nostri figli ad imparare cosa significa rispetto e attenzione.

C’è poi tutto un capitolo sul fattore ansia, dimostrato dagli scienziati del Bassett Medical Center di New York che dopo un esperimento aveva stabilito che i bambini che crescono con un animale domestico sono meno ansiosi.

A quanto pare, questa ipotesi è condivisa anche dall’associazione Coda di Lupo, che sostiene appunto che un cane in classe possa far superare disagio, stress e ansia.

Sicuramente per bambini e ragazzi può essere beneficio, ma chissà cosa ne pensano i nostri amici a quattro zampe.

Sicuramente anche loro, al pari degli alunni, andrebbero sempre tutelati.

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Dominella Trunfio

Foto: Antonio Pintori

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