L’Efsa documenta l’orrore della macellazione senza stordimento: mucche senza acqua e cibo, tra atroci sofferenze

L'Unione europea vieti la macellazione senza stordimento. Lo chiedono a gran voce CIWF (Compassion in World Farming) e altre 68 organizzazioni

Una vita passata negli allevamenti intensivi per poi finire al macello ed essere uccisi senza stordimento. Un destino che accomuna oltre 2milioni di bovini (ma anche suini e altri animali) che subiscono atroci sofferenze nella loro breve esistenza. Situazioni che conosciamo bene e vanno avanti da anni, ma adesso un report dell’Efsa svela altri orrori: fame, sete, stress e angoscia.

Come sappiamo in Europa, la normativa vigente stabilisce che tutti gli animali debbano essere storditi con l’elettricità, il gas o una pistola stordente a proiettile captivo, prima di essere uccisi. L’unica eccezione è la macellazione religiosa: qui è consentito il taglio della gola e il dissanguamento, pratiche che causano grandi sofferenze. Proprio in questi giorni, l’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa), ha pubblicato un report sul benessere dei bovini durante la macellazione.

Nella valutazione dell’Efsa sono stati identificati in totale 40 rischi per il benessere animale, che potrebbero verificarsi durante la macellazione, la maggior parte dei quali legati allo stordimento e al sanguinamento.  39 su 40, sono conseguenza di una preparazione inadeguata del personale addetto o di stanchezza.

Si legge nel report:

“I processi di macellazione sono stati  valutati in termini di benessere, dall’arrivo dei bovini fino alla loro morte (compresa la macellazione senza stordimento), sono stati raggruppati in tre fasi principali: pre-stordimento (compreso l’arrivo, lo scarico dal camion, la stabulazione, la movimentazione e lo spostamento bestiame); stordimento (compreso il contenimento); e sanguinamento. I metodi sbalorditivi sono stati raggruppati in due categorie: meccanici ed elettrici. Sono state identificate dodici conseguenze sul benessere a cui il bestiame può essere esposto durante la macellazione: stress da caldo, stress da freddo, affaticamento, sete prolungata, fame prolungata, movimento impedito, limitazione dei movimenti, problemi di riposo (incapacità di riposare o disagio durante il riposo), stress sociale, dolore, paura e angoscia”.

Per questo, CIWF (Compassion in World Farming) e altre 68 organizzazioni che fanno parte di Eurogroup for Animals che da tempo, chiedono che l’Unione europea vieti la macellazione senza stordimento.  Che i cittadini europei siano contrari alla macellazione senza stordimento, lo rivela anche un sondaggio realizzato in 24 Paesi dell’Unione per conto dell’Eurogroup for Animals e con il sostegno dell’associazione Animal Equality e su un campione di 23mila persone. Così emerge che nove partecipanti su dieci credono che dovrebbe essere obbligatorio rendere incoscienti gli animali prima della loro uccisione.

Nel sondaggio, l’89% dei partecipanti ritiene che lo stordimento dovrebbe essere sempre obbligatorio prima della macellazione, mentre l’87% pensa che l’Unione europea dovrebbe richiedere che tutti gli animali siano resi incoscienti anche prima dell’uccisione per motivi religiosi. E in riferimento a questo, l’80% è convinto che sia necessario utilizzare pratiche alternative e che queste vengano accettate dai gruppi religiosi. Il 93%, infine, è convinto che nei paesi europei ci vogliono standard più elevati di benessere animale negli allevamenti.

Anche Animal Equality si batte affinché il futuro degli animali sia libero da sfruttamento e chiede al Governo italiano l’abolizione di ogni deroga allo stordimento durante la macellazione, comprese quelle previste per i rituali religiosi Kosher e Halal.

Infatti, nonostante la diversità culturale e il rispetto per tutte le religioni, sia un valore condiviso di Animal Equality, crediamo che la tutela dei diritti degli animali debba trascendere ogni diversità, gli animali in quanto esseri senzienti – hanno bisogno di essere tutelati, tutti ed in egual modo di fronte ad ogni ingiustizia.

FIRMA QUI LA PETIZIONE

Fonti: Report Efsa/Eurogroup for Animals/CIWF/Efsa

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