Un gatto rischia di morire sui binari, stop ai treni sull’Adriatica per 45 minuti per salvarlo

A Pescara i treni sono stati bloccati per circa 45 minuti per salvare un gatto rimasto bloccato sulla barriera antirumore della ferrovia.

I treni sono rimasti fermi per circa 45 minuti sulla linea ferroviaria Adriatica di Pescara. Il motivo? Tentare di salvare un gatto da morte certa. Grazie all’intervento degli agenti e di alcuni animalisti, per fortuna tutto è andato per il meglio.

Il fatto è avvenuto un paio di giorni fa, all’altezza di via Caravaggio. A disporre lo stop dei treni è stata la Polizia Ferroviaria dopo la richiesta da parte della sezione di Chieti dell’Oipa che aveva ricevuto la segnalazione di un gatto rimasto bloccato sulla barriera antirumore della ferrovia. La presenza del micio in quel punto pericoloso era già stata notata in mattinata, ma non era stato possibile recuperarlo per via del transito dei treni.

“Andiamo sul posto e ci assale un senso di impotenza. Il micio piangeva, era visibilmente terrorizzato in equilibrio precario a circa 8 metri d’altezza ed ogni treno che passava rischiava di esserci risucchiato sotto...” raccontano i volontari dell’Oipa in un post su Facebook.

Quando ormai in pomeriggio era evidente che per salvare il felino bisognava bloccare il traffico ferroviario, si è optato finalmente per questa soluzione. Intorno alle 17.40 sono quindi intervenuti i Vigili del fuoco, gli agenti della Polfer e un volontario con trasportino e gabbia trappola che sono riusciti ad avvicinarsi al gatto che, com’era prevedibile, è scappato sui binari spaventato dalle luci e da quel gruppo di persone. Ma fortunatamente per il micio l’epilogo è stato felice:

“Lo abbiamo recuperato poco dopo stremato sporco di sangue ferito superficialmente ma VIVO.” raccontano i volontari dell’Oipa. “Grazie anche a Davide e Denis che stavano solo passando di là e si son fermati ad aiutarci Ringraziamo ancora la Polfer per aver compiuto questo miracolo. E ci scusiamo con i passeggeri dei treni per i disagi subiti”.

Fonte: Pagina Facebook Oipa Chieti e provincia 

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