L’aquila di Bonelli è ancora vittima dei bracconieri: la vendita sul mercato nero dei piccoli può superare anche i 10mila euro

Il prelievo di rapaci da parte dei bracconieri non si è mai del tutto arrestato e anzi sta tornando ai livelli degli anni '70-'80.

Interferenza antropica e bracconaggio, ma anche veri e propri furti che alimentano il mercato nero e l’elettrocuzione: la vita dell’aquila di Bonelli è ancora parecchio complicata

È praticamente dagli anni ’70 che esiste una pratica meschina: il prelievo dei pulcini di aquila di Bonelli da parte dei bracconieri. Un’usanza che non si è mai del tutto arrestata e ha un unico obiettivo: la vendita sul mercato nero dei piccoli rapaci, i pulli. Vendita che può superare anche i 10mila euro.

Dalla provincia di Agrigento a quella di Caltanissetta, da Enna a Palermo, i cacciatori di frodo si arrampicano e saccheggiano nidiate. Ed è difficile arrestarli.

Leggi anche: Nasce in Sicilia la prima aquila di Bonelli, specie a rischio estinzione in Italia, da individuo monitorato con satellite

Non è un caso che l’aquila del Bonelli, o aquila fasciata (Aquila fasciatus), sia una delle specie a più forte rischio di estinzione in Italia, tanto che il comitato italiano della Iucn (l’Unione internazionale per la conservazione della natura) l’ha classificata nella categoria CR, ossia “in pericolo critico”.

Solo pochi anni fa, in Sicilia, si contavano 30 coppie. Ora si è arrivati 60, ma secondo gli esperti si tratta di un equilibrio precario. A mettere in pericolo questa meravigliosa specie, non è solo la caccia illegale ma anche l’elettrocuzione, poiché spesso, come altri uccelli, utilizza i piloni delle linee elettriche per posarsi e viene folgorata.

La popolazione italiana è concentrata quasi interamente in Sicilia, dove l’aquila del Bonelli è stanziale e nidificante. La sua presenza è rara, o comunque irregolare, in Calabria, mentre in Sardegna era stata data per estinta negli anni ’90. A partire dall’ottobre 2017, però, sono stati reintrodotti alcuni esemplari provenienti dalla Spagna e dalla Francia grazie al progetto europeo a-LIFE, coordinato da Grefa, ong spagnola che si occupa di conservazione della natura anche attraverso il recupero di fauna in difficoltà.

L’unico modo per fermare il declino della specie è aumentare il suo areale. Oltre al programma di reintroduzione in Sardegna, è attivo il progetto europeo ConRaSi (Conservazione Rapaci Sicilia), che vuole incrementare la riproduzione e a migliorare lo stato di conservazione di tre specie di rapaci nidificanti in Sicilia, tra cui proprio l’aquila del Bonelli. 

È il momento di rendere illegale anche la semplice detenzione di questi animali, perché con la scusa dell’allevamento e della falconeria si legittima il commercio di questi volatili senza che le autorità abbiano la minima possibilità di effettuare dei controlli, disse qualche mese fa Salvo Grenci, responsabile della Lipu di Agrigento.

E noi ci speriamo sul serio.

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Fonti: Progetto europeo a-LIFE / ConRaSi

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