BeeSafe, la campagna del Wwf per salvare tutti gli impollinatori

Con BeeSafe il Wwf chiede l’aiuto di tutti per dire no ai pesticidi più pericolosi e partecipare alla consultazione pubblica della Commissione Europea sulle politiche per la difesa delle api domestiche e selvatiche ed altri impollinatori.

Moria delle api e spopolamento degli alveari, declino dei bombi e di tutti gli insetti impollinatori: una questione delicatissima sulla quale cala l’ombra di scelte politiche opinabili, volte più ad attribuire contributi finanziari agli agricoltori che utilizzano pesticidi, piuttosto che a quelli che praticano l’agricoltura biologica.

Il Wwf non ci sta e con BeeSafe chiede l’aiuto di tutt* per dire no ai pesticidi più pericolosi e partecipare alla consultazione pubblica della Commissione Europea sulle politiche per la difesa delle api domestiche e selvatiche ed altri impollinatori.

È cosa ormai nota che è l’agricoltura biologica sia l’unica pratica agricola veramente sostenibile per gli impollinatori: non solo api domestiche e selvatiche, ma anche vespe, farfalle, falene, coleotteri, uccelli, pipistrelli e altri vertebrati, un popolo dalla cui impollinazione dipende quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore, mentre delle circa 1.400 piante che nel mondo producono cibo e prodotti dell’industria, quasi l’80% richiede l’impollinazione proprio da parte di animali.

La riduzione di questo preziosissimo popolo? È ovvio che potrebbe provocare gravi cali nella produzione agroalimentare. Ma L’Unione Europea con la sua Politica Agricola Comune (PAC 2014 – 2020) sembra non saperlo perché, a giudicare dal Programma per lo Sviluppo Rurale del secondo pilastro della PAC, attribuisce più contributi finanziari agli agricoltori che utilizzano pesticidi rispetto a coloro che praticano l’agricoltura biologica.

Per il 22 marzo prossimo la Commissione UE dovrà decidere sul divieto definitivo di alcuni insetticidi neonicotinoidi accusati di essere tra i principali responsabili della moria delle api domestiche e selvatiche, come ha confermato un recente rapporto presentato dall’EFSA (Agenzia Europea per la sicurezza alimentare).

Ora, però, con la consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea, il cui termine scade il 5 aprile, i cittadini possono far sentire la propria voce per chiedere politiche serie e concrete per la conservazione delle api domestiche e selvatiche e degli altri animali impollinatori, chiedendo subito il bando dei pesticidi pericolosi e un maggiore sostegno all’agricoltura biologica. Qui trovate tutte le informazioni.

Perché salvare le api e gli impollinatori?

Perché soltanto le sole api selvatiche (oltre 20mila specie) sono in grado di garantire l’impollinazione dei fiori da cui dipende il 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa.

Le principali colture per il consumo umano in Europa, inoltre, hanno bisogno dell’impollinazione degli insetti per migliorare la qualità e i rendimenti dei prodotti (alcuni tipi di frutta, verdura e frutta secca).

Uno studio svizzero del 2005 ha evidenziato come il valore economico dell’impollinazione collegata alle colonie di api domestiche sia molto più elevato di quello derivante dai prodotti diretti dell’apicoltura (miele, polline, cera d’api, ecc.). In Svizzera, in media, le colonie di api hanno assicurato una produzione agricola annua del valore di circa 256 milioni di franchi svizzeri (213 milioni di dollari), cinque volte in più del valore generato dalla sola produzione di miele, pari a circa 60 milioni di franchi (circa 50 milioni di dollari). Si stima che una sola colonia di api sia in grado di generare un valore di 1.260 franchi svizzeri (1.050 dollari) in frutti e bacche impollinate contro i 258 franchi svizzeri (215 dollari) per i prodotti diretti dell’apicoltura, ad esempio miele, cera d’api, polline.

Infine, moltissimi raccolti a livello globale, come caffè e cacao, sono anche un’importante fonte di reddito per i paesi in via di sviluppo. Senza impollinatori, niente più caffè, cioccolata, mele e molti altri cibi che fanno parte della nostra vita quotidiana. Il cioccolato, ad esempio, deriva dai semi dell’albero del cacao, il valore mondiale annuo della raccolta dei suoi baccelli è di 5,7 bilioni di dollari USA; queste cifre da capogiro poggiano sull’intervento esclusivo di un piccolissimo Dittero, essenziale per l’impollinazione dei fiori e senza il quale non avremmo più il cioccolato.

beesafe

Per far sentire la propria voce in difesa degli impollinatori è possibile mobilitarsi con dei semplici passaggi:

1) Scarica la guida alla compilazione del questionario;
2) leggi le indicazioni per partecipare alla consultazione;
3) compila il questionario

BeeSafe si inserisce nella Campagna “Cambia la Terra”, promossa da Federbio per un’agricoltura libera dai pesticidi e l’aumento della superficie agricola condotta con pratiche agricole ecologiche.

Germana Carillo

Foto cover: © WWF-Brazil-Zig Koch

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