Vietato vietare gli animali domestici nei condomini. È legge la nuova disciplina

È legge la nuova disciplina dei condomini, approvata ieri dalla commissione Giustizia del Senato. Si tratta di 31 articoli che renderanno più snelle le decisioni sulla 'vita in comune' degli italiani e riporteranno ordine nei condomini, tra cui la 'liberalizzazione' della presenza degli animali domestici .

È legge la nuova disciplina dei condomini, approvata ieri dalla commissione Giustizia del Senato. Si tratta di 31 articoli che renderanno più snelle le decisioni sulla vita in comune degli italiani e riporteranno ordine nei condomini, tra cui il via libera alla presenza degli animali domestici.

È stato infatti votato anche l’inserimento all’art. 16, fortemente voluto dall’Onorevole Gabriella Giammanco (PdL), da sempre convinta sostenitrice dei diritti degli animali. “L’approvazione definitiva della mia proposta di modifica del Codice civile, in modo che i regolamenti condominiali non possano più limitare il diritto di tenere animali domestici in casa, rappresenta l’ennesima significativa conquista nel campo della legislazione a tutela degli animali“, ha affermato in una nota l’Onorevole, sottolineando come questo sia il segno del riconoscimento “che i nostri amici a quattro zampe sono davvero diventati a tutti gli effetti parte integrante dei nuclei familiari e che, in quanto tali, all’interno dei condomini non è più possibile vietarne la presenza“.

È così che milioni di famiglie che hanno animali domestici finalmente avranno la possibilità di poter vivere in condominio senza correre il rischio di doversene disfare. “Dopo aver fatto introdurre nel Codice della strada l’obbligo di soccorso degli animali domestici coinvolti in incidenti stradali – conclude la Giammanco- questo mi è sembrato sicuramente il modo migliore per garantire la giusta tutela agli animali e ai loro padroni“. La nuova norma potrebbe infatti impedire una infinità di liti condominiali.

Resta da sottolineare, invece, che non sono state recepite le proposte dell’ANMVI, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, sull’incoerenza del termine “domestico” utilizzato nella nuova legge, impropria e discriminante per milioni di animali e di proprietari che non rientrano in questa categoria, come criceti o tartarughe. I veterinari avevano per questo proposto un emendamento per tornare alla definizione di “animali da compagnia”, correggendo l’attuale definizione di “animali domestici”.

Come più volte fatto notare dagli esperti della società scientifica Società Italiana Veterinari per Animali Esotici (SIVAE), questa definizione –avevano detto i veterinari- esclude dal diritto di stare nelle case degli italiani milioni di animali che non sono “domestici”, ma “da compagnia”. E non si tratta di pericolosi soggetti, ma di comunissimi animali d’affezione legalmente detenuti e ormai diffusissimi. Come il criceto“. La definizione “domestici”, concludeva l’ANMVI, è fuori dalla cornice legislativa e rischia solo di aumentare il contenzioso condominiale e l’abbandono animale.

Resta, intanto, la vittoria per le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di quattro zampe e di una battaglia iniziata nelle Assemblee condominiali e nei Tribunali portata dalla LAV in Parlamento per una soluzione legislativa, aldilà delle sentenze, ottenuta in quattro anni di impegno istituzionale. “È riconosciuto così un altro pezzo del diritto alla cittadinanza ai quattro zampe, si mette fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici, una battaglia che per il diritto di proprietà sulle case aveva già visto schierarsi la Giurisprudenza, ma che vedeva ancora ben organizzata un vera e proprio animalofobia da condominio“, ha detto Gianluca Felicetti, presidente della Lav.

Il riferimento è esplicito ed è indirizzato al senatore Giovanardi, che si è dovuto “accontentare di un inutile ordine del giorno – conclude Felicetti– di fatto questo nuovo principio legislativo assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l’utilizzo degli ascensori, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo. Inoltre, laddove le condizioni di spazio verde lo permettono, c’è un implicito riconoscimento per esempio ad una gallina di non essere più considerata anche giuridicamente un animale “da macello”‘”. Ora l’intera riforma del Codice Civile sul condominio, come nuova Legge dello Stato, entrerà in vigore sei mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma i principi in essa contenuti possono essere fatti valere da subito.

Roberta Ragni

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