Corrida: i toreri messicani rischiano fino a 6 anni di prigione

Duro colpo per la Corrida in Messico: la nuova legge di Città del Messico contro i maltrattamenti sugli animali, approvata a Dicembre dalla Asamblea Legislativa del Distrito Federal e pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale, non esclude esplicitamente i tori. Di conseguenza, anche i toreri potrebbe venire condannati fino a sei anni di prigione.

Duro colpo per la corrida: la nuova legge di Città del Messico contro i maltrattamenti sugli animali, approvata a Dicembre dalla Asamblea Legislativa del Distrito Federal e pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale, non esclude esplicitamente i tori. Di conseguenza, anche i toreri potrebbe venire condannati fino a sei anni di prigione.

Il Governatore Miguel Ángel Mancera, del Partito della Rivoluzione Democratica, è corso subito ai ripari, negando che le celebrazioni con i tori possano essere influenzate dalla normativa. A suo dire, si tratterebbe piuttosto di “un problema di interpretazione“. Ma la legge, anche senza fare alcun riferimento esplicito alla tauromachia, lo dice chiaro e forte: chi esercita “atti di maltrattamento o di crudeltà sugli animali, ferendoli in maniera evidente anche senza mettere in pericolo la vita degli animali” verrà punito con una pena da sei mesi a due anni di carcere .

In caso di pericolo di vita per “l’essere vivente non umano, dotato di mobilità propria e in grado di rispondere agli stimoli ambientali e sensoriali” la sanzione, invece, va da uno a tre anni. Quando, infine, l’animale viene ucciso, si rischiano tra i 2 e i 4 anni di prigione, che possono aumentare da 3 a 6 anni se la morte sopravviene a causa di una tortura o dopo una prolungata agonia dell’animale (leggasi corrida).

La normativa, che non esclude affatto gli animali allevati per l’intrattenimento, apre chiaramente la strada alla condanna dei maltrattamenti eseguiti sui tori, oltre che degli abusi perpetrati all’interno di circhi e zoo. Il coordinatore locale del Partito dei Verdi, Gesù Sesma, ha sottolineato che “ogni persona può presentare una denuncia contro il maltrattamento di qualsiasi animale. Tocca ai giudici decidere se verranno puniti o meno“.

Le associazioni animaliste, intanto, sottolineano che è ancora troppo presto per cantare vittoria, soprattutto perché la legge entrerebbe in contrasto con l’articolo 25 della Ley de Protección a los Animales, che stabilisce una deroga per corride, tori, rodei, corse di cavalli o spettacoli per l’ intrattenimento delle famiglie. “A quanto sembra non è detto che le denunce contro i toreros avranno corso. Ma c’è comunque una possibilità che vadano in prigione. Io me lo auguro, anche se è complicato“, ha detto in un’intervista Antonio Franyuti, direttore dell’associazione AnimaNaturalis.

Insomma, la definizione di maltrattamento animale ha segnato un importante passo avanti nel campo dei diritti animali in Messico. Ma, per essere sicuri che anche i toreros vengano puniti come meritano, bisognerebbe fare in modo che la legge includa esplicitamente anche i tori. A chiederlo, secondo Sesma, è ben il 60% della popolazione, in barba a chi ancora sbandiera il vessillo della “tradizione”.

Roberta Ragni

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