Green Hill, svolta nelle indagini: indagato anche il sindaco di Montichiari

Ora che anche l'ultimo beagle ha lasciato per sempre Green Hill, dopo il dissequestro della struttura disposto dal Riesame il 3 agosto scorso, l'inchiesta si arricchisce di un altro filone, che vede l'iscrizione nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Brescia del Comandante della Polizia Municipale di Montichiari, del Sindaco e di un dirigente della Regione Lombardia.

Ora che anche l’ultimo beagle ha lasciato per sempre Green Hill, dopo il dissequestro della struttura disposto dal Riesame il 3 agosto scorso, l’inchiesta si arricchisce di un altro filone, che vede l’iscrizione nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Brescia del Comandante della Polizia Municipale di Montichiari, del Sindaco e di un dirigente della Regione Lombardia.

La denuncia alla procura viene da chi ha preso parte ai sopralluoghi nell’allevamento di Montichiari, l’agente zoofilo Antonio Colonna, che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, avrebbe presentato un atto formale di denuncia querela lo scorso 20 Settembre, firmato come privato cittadino. A Settembre dello scorso anno Colonna era, infatti, responsabile delle Guardie OIPA disposti dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi e dal sostituto Lara Ghirardi, dopo la denuncia dell’Oipa e del movimento fermare Green Hill, nella prima inchiesta aperta contro Green Hill.

All’epoca sembrava che tutto fosse in regola, dal cibo agli spazi, passando per le condizioni psicofisiche degli animali. Tutto finì con l’archiviazione dell’ipotesi di maltrattamento. “L’apparente regolarità di gestione” evidenziata dalla consulenza, scriveva il Riesame, “non è in grado di mettere in dubbio il contesto successivamente denunciato“, che “con le patologie constatate al momento dell’affidamento dei cani, adombra una notizia di reato qualificata“. Eppure, il 18 luglio scorso, quasi un anno dopo, a seguito del blitz della Digos, la procura ha disposto il sequestro probatorio della struttura, confermato poi dal Riesame solo per cani e documentazione.

Ora, però, il caso si riapre e al sindaco di Montichiari, Anna Zanola, si contesta l’abuso d’ufficio: “in sostanza –spiega il Corriere- nonostante una serie di irregolarità di cui sarebbe venuta a conoscenza, non avrebbe fatto nulla per disporre la revoca o la sospensione della licenza elargita alla Green Hill 2001 srl per aprire l’allevamento“. Il comandante della polizia locale, Cristian Leali, invece, è sospettato di aver addolcito il verbale della perquisizione nei capannoni di Green Hill, omettendo di denunciare le irregolarità.

Proprio questi verbali, in netta contrapposizione con quelli dell’Oipa, avevano avuto un peso determinante nell’archiviazione della prima inchiesta. Ecco perché per Leali potrebbe prospettarsi dunque un’accusa di falso in atto pubblico e omessa denuncia di reato. Il funzionario regionale, infine, dovrà rispondere di illecito amministrativo per avere autorizzato il canile a tatuare i cani, quando l’unico sistema identificativo permesso in Italia è il microchip. Queste le tre figure che nei controlli hanno ricoperto un ruolo decisivo.

tatuaggio

Per il Comitato Montichiari contro Green Hill, da sempre in prima linea per denunciare le irregolarità della struttura e pretendere la liberazione dei beagle, questa è una notizia “tanto inattesa quanto eclatante“, scrive in una nota ringraziando la Procura di Brescia e Antonio Colonna, “il primo ad essere entrato a Green Hill con un sopralluogo storico (era il 30.09.2011…) che ha scoperchiato l’inferno di quel maledetto allevamento. In tutto questo tempo, Colonna non ha mai mollato la presa e ha sempre lavorato, lontano dai riflettori, per ricercare la verità“. Finalmente all’orizzonte si intravede una luce, la luce di quella giustizia che dovrebbe far chiudere per sempre il lager. La causa è in corso e dobbiamo vincerla per poter dire “mai più Green Hill”.

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