Il cane in spiaggia tiene lontano i batteri

Spiagge libere dai microbi portati dai gabbiani. Addio soluzioni drastiche. Bastano i cani

Se siete appena tornati dalle vacanze al mare e avete litigato col vicino d’ombrellone per il semplice fatto di aver portato con voi il vostro caro Fido, la notizia è di quelle da segnare. Un nuovo studio realizzato dall’Environmental Protection Agency (EPA) ha scoperto che i cani in realtà ripulirebbero le spiagge dai microbi.

Guidati da Reagan Reed Converse, microbiologo ambientale dell’EPA a Chapel Hill, gli scienziati hanno dimostrato che la presenza dei cani al mare mantiene i gabbiani lontano dalla spiaggia evitando che i loro escrementi, ricchi di microbi, possano sporcare sabbia e mare.

I gabbiani sono tra gli animali più sporchi visto che si alimentano anche rovistando tra la spazzatura. Nelle loro feci gli esperti hanno trovato l’Escherichia coli e Enterococcus, che possono provocare diverse malattie. Come fare allora per allontanarli in modo ‘naturale’, spingendoli a cacciare in mare, a tutto vantaggio anche della loro salute? Semplicemente portando in spiaggia anche i cani.

In passato, i ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti avevano usato metodi poco ortodossi per cercare di ridurre le popolazioni di gabbiani sulle spiagge “oliando” i loro nidi, ossia spruzzando olio sulle uova.

Evitando di far loro del male, la nuova ricerca dell’EPA, ha raccolto prima dei campioni di acqua sulla spiaggia per i primi 11 giorni dell’agosto del 2011 per ottenere una conta iniziale dei batteri. Poi gli esperti ha dato libera uscita ad un branco di cani a North Beach, dopo aver eliminato tutte le altre fonti di inquinamento, quali il dilavamento delle acque reflue, lasciando i gabbiani come fonte primaria di contaminanti nell’acqua.

Dalle analisi successive, è emerso che i cani avevano avuto un impatto significativo sulla riduzione dei batteri e dell’inquinamento. Il team di ricerca ha analizzato i campioni in laboratorio misurando le concentrazioni di E. coli, Enterococcus, e altri contaminanti, rilevando la presenza di batteri potenzialmente patogeni come Salmonella e Campylobacter (che comprende una specie C. jejuni, che provoca la gastroenterite) prima dell’arrivo dei cani. Dopo 9 giorni dal loro arrivo, i batteri patogeni, soprattutto l’E.Coli e l’Enterococcus erano diminuiti rispettivamente del 29% e del 38%.

Tutti contenti? Forse i gabbiani un po’ meno.

Lo studio è stato reso noto su Environmental Science & Technology.

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