Dea è salva! Liberata la cagnetta finita in un pozzo

La cagnetta Dea, dopo essere rimasta intrappolata in un buco molto profondo nelle campagne di Savona, finalmente ieri sera è stata salvata

È rimasta intrappolata cinque giorni all’interno di un pozzo a Campochiesa d’Albenga, in provincia di Savona. Ma finalmente gli esperti del Soccorso Alpino ieri sera alle 21.40 circa sono riusciti a tirare fuori la cagnetta Dea, questo il nome dell’animale, dalla prigione sotterranea in cui era finita.

A rendere difficoltoso e lungo il salvataggio del segugio maremmano di tre anni, è stata la profondità del buco, ricoperto da uno strato di roccia difficilmente raggiungibile. Ma la vicenda si è conclusa con un bel lieto fine anche se non era partita con i migliori presupposti.

Il proprietario del terreno dove era rimasta intrappolata la cagnetta aveva in un primo momento ostacolato il recupero di Dea, a causa di una vecchia lite col padrone, Corrado Parodi, ma venerdì ha deciso positivamente le sorti dell’animale, favorendo le operazioni necessarie al suo salvataggio. A quel punto Vigili del fuoco, volontari del Soccorso alpino e speleologico si sono messi all’opera insieme agli specialisti del Gld, il gruppo lavoro distruttori arrivati dal Piemonte con tanto di esplosivo fornito gratuitamente da una ditta di Agliana.

Così da ieri mattina all’alba gli esperti hanno iniziato a far brillare alcune cariche per allargare lo spazio per liberare Dea. Non è stato semplice. Ciò che i soccoritori hanno visto sono state centinaia di metri di cunicoli scavati forse dai tassi. Si era pure pensato al peggio visto che per lunghi tratti il cane non aveva fatto più sentire la sua presenza.

Corrado Parodi, comunque, era rimasto ottimista, confidando nella dolcezza e nella resistenza della sua amata Dea: “La sentiamo guaire a intervalli. I rumori degli escavatori e delle microcamere devono averla spaventata ma sono sicuro che ce la farà a resistere sino a quando non la raggiungeremo“.

A portarla fuori è stato Valerio Pizzoglio del Soccorso alpino, tra le cui braccia la cagnetta ha finalmente ritrovato la libertà.

Francesca Mancuso

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