Stop alla mattanza dei delfini nella “Baia della morte”

Chi ha visto il documentario “The Cove” di sicuro sa di cosa stiamo parlando. La pellicola di Ric O’Berry ha avuto il merito di mostrare e denunciare al mondo intero quello che ogni anno succede nella baia di Taiji, in Giappone, a partire dal 1 settembre.

Nella tranquilla cittadina di pescatori nipponica il mare si colora ciclicamente di rosso, macchiato da litri e litri di sangue di quella che rappresenta una delle più atroci mattanze di cetacei del mondo. Le crude immagini mostrate da The Cove anche se sono riuscite ad aprire il sipario su questa pratica per troppi anni tenuta nascosta, non sono riuscite, però a fermarla del tutto. E così anche domani la mattanza dei delfini di Taiji ripartirà con tutta la sua crudeltà.

Stavolta però non nel silenzio generale perché il mondo comincia a mobilitarsi in massa. Da Roma a New York, da Amsterdam a Mosca, sono tante le iniziative organizzate per protestare contro questo scempio che ogni anno toglie la vita a oltre 23 mila delfini.

In Italia l’appello viene lanciato dallo stesso ministro degli Esteri Franco Frattini che nel suo blog Diario Italiano scrive: ”Nonostante le proteste giunte da ogni parte del mondo, assisteremo ancora una volta a questo esercizio di violenza gratuita che e’ ora di arginare”.

Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa partecipando fisicamente o virtualmente insieme agli attivisti dell’ENPA, l’Ente che in Italia coordina la campagna internazionale, al sit-in di protesta organizzato a Roma per le ore 11:00 davanti la sede dell’ambasciata giapponese in via Quintino Sella 60. I ragazzi della Protezione Animali, insanguinati e vestiti a lutto, presiederanno l’ambasciata per chiedere lo stop al massacro.

«Tra tursiopi, grampi, globicefali, oltre 23 mila piccoli cetacei perdono la vita nella “Baia della Morte” tra atroci sofferenza – spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa -. Alla mattanza scampano soltanto gli esemplari più piccoli, non per tornare a una vita libera ma per essere venduti a circa 150-170 mila dollari ai delfinari di tutto il mondo. Dopo la cattura i cuccioli saranno sottoposti all’addestramento basato sulla deprivazione alimentare che li obbligherà a eseguire ridicoli esercizi e a compiacere spettatori, troppo spesso ignari di contribuire a condannare all’ergastolo creature innocenti che appartengono al mare.»

«Ciascuno di noi può fare la sua parte aderendo alla giornata mondiale di mobilitazione – prosegue Ferri -. Chi non fosse in grado di intervenire alla manifestazione può contribuire al passaparola su internet e firmare la petizione. È di fondamentale importanza riuscire a raggiungere la “massa critica” per spingere il governo nipponico fermare una volta per tutte la mattanza

L’appuntamento è dunque per domani, 1 settembre a Roma in via Quintino Sella 60 a partire dalle ore 11.00. E per chi ancora non lo avesse fatto, consigliamo vivamente per comprendere la portata del problema di guardare The Cove di cui vi rilasciamo il trailer:

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