Ancora un capodoglio spiaggiato a Palermo, è il sesto in Italia. Plastica nello stomaco nel 33% dei casi

Ancora un cetaceo è stato trovato morto, questa volta sulla spiaggia di Palermo. E’ ancora da capire se la plastica sia stata la causa o una con-causa, fatto sta che il ritrovamento è avvenuto poco distante da un altro, che aveva avuto come protagonista un bellissimo esemplare di capodoglio rosa, spiaggiato venerdì scorso a Cefalù con lo stomaco pieno di plastica.

Ancora un cetaceo è stato trovato morto, questa volta sulla spiaggia di Palermo di Acqua dei Corsari.

E’ ancora da capire se la plastica sia stata la causa o una con-causa, fatto sta che il ritrovamento è avvenuto poco distante da un altro, che aveva avuto come protagonista un bellissimo esemplare di capodoglio rosa, spiaggiato venerdì scorso a Cefalù con lo stomaco pieno di plastica.

Dall’inizio dell’anno sono ben sei i capodogli spiaggiati sulle coste italiane. Tra gli ultimi, in ordine temporale, quello di fine marzo, a Porto Cervo, quando era stata trovata una femmina di capodoglio gravida con ben 22 chili di plastica nello stomaco.

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Tutti questi casi ci ricordano che i mari del Pianeta e le meraviglie che li abitano sono in estrema difficoltà. E una delle cause è sicuramente l’inquinamento da plastica in mare. Per questo Greenpeace, insieme all’organizzazione The Blue Dream Project condurrà, dal 21 maggio all’8 giugno (Giornata mondiale degli oceani), una spedizione di ricerca, monitoraggio e documentazione dello stato dei nostri mari in relazione all’inquinamento da microplastiche.

Il Tour si chiamerà “MAYDAY SOS Plastica” e si concentrerà nel Mar Tirreno Centrale, un’area marina di particolare importanza per il patrimonio di biodiversità e potenzialmente esposta a fenomeni di accumulo di materie plastiche. In tre settimane, verranno toccate alcune aree marine protette (Ventotene, il Regno di Nettuno-Ischia, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Arcipelago Toscano).

“L’inquinamento da plastica ha raggiunto proporzioni ormai inaccettabili. Nelle prossime settimane navigheremo per monitorare il suo impatto sugli ecosistemi marini: dalla foce dei fiumi, come Tevere e Sarno, che spesso sono le strade dei rifiuti verso il mare, seguiremo le rotte dei cetacei, particolarmente abbondanti nell’area e sempre più colpiti dall’inquinamento da plastica, fino ai potenziali vortici di accumulo generati dalle correnti marine”, spiega Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Inquietanti i dati dello studio preliminare dei ricercatori del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università degli Studi di Padova, da cui emerge che in Italia si spiaggiano in media 150-160 cetacei l’anno. Tra loro, ben il 30% sono morti per attività antropiche (traffico marittimo e pesca). In aumento, però, le evidenze della contaminazione da plastica, ormai ubiquitaria nel Mediterraneo.

Particolarmente sensibili proprio specie come il capodoglio, con esemplari spesso ritrovati con frammenti di plastica nello stomaco.

“Questi eventi sottolineano come l’inquinamento da plastica sia sicuramente un grave problema emergente per la salute e la sopravvivenza di questi animali e che sono necessari studi approfonditi in merito per garantire la conservazione di queste specie”, conclude il Prof. Sandro Mazzariol dell’Università degli Studi di Padova.

 Roberta Ragni

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