Lupi e orsi in pericolo: Trento e Bolzano prevedono l’abbattimento

Orsi e lupi a quanto pare sono destinati a vivere un destino comune, quello in cui un disegno di legge ne prevede l’abbattimento se mettono in pericolo l’uomo e il sistema alpicolturale del territorio montano provinciale.

Orsi e lupi a quanto pare sono destinati a vivere un destino comune, quello in cui un disegno di legge ne prevede l’abbattimento se mettono in pericolo l’uomo e il sistema alpicolturale del territorio montano provinciale.

Le giunte di Trento e Bolzano hanno dato l’ok a un testo che prevede la licenza di uccidere orsi e lupi. Il disegno di legge è stato trasmesso al consiglio provinciale per l’approvazione e riguarda appunto le ”misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori ai fini della tutela del sistema alpiculturale provinciale”.

Che altro non sarebbe che la possibilità di abbattere esemplari di orsi e lupi prevedendone ‘il prelievo, la cattura e l’uccisione”. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.

I due presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, Ugo Rossi e Arno Kompatscher da tempo pongono sul tavolo la questione, ma che si sarebbe arrivati a un testo di un solo articolo che prevede che in mancanza di alternative e solo previo parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, si possano uccidere lupi e orsi, in pochi se l’aspettavano.

“Per prevenire danni gravi, specificatamente alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico, il disegno di legge dà ai due governatori delle Province autonome la facoltà, limitatamente alle specie Ursus arctos e Canis lupus autorizzare il prelievo, la cattura, o l’uccisione, a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento della popolazione della specie interessata”, recita la norma.

Non vengono però autorizzati prelievi, catture o uccisioni degli esemplari nel loro habitat naturale. Ma le associazioni animaliste e ambientaliste fanno squadra per opporsi a questo disegno di legge.

“Tali affermazioni sono una colossale presa in giro per noi trentini. Il Presidente Rossi è infatti pienamente consapevole che la sua legge ammazzalupi sarà censurata sia dallo Stato italiano, sia dalla Commissione Europea. La Direttiva Habitat impone infatti un rigoroso regime di tutela per orsi e lupi, al quale solo gli Stati membri (non le Regioni o le Province autonome) possono derogare”, spiega in una nota Simone Stefani, responsabile LAV Trentino.

Le associazioni chiedono al governo di impugnare la norma davanti alla Corte costituzionale proprio per la violazione della Direttiva Habitat, che all’articolo 12 proibisce qualsiasi forma di cattura o uccisione di specie protette. Ma l’assessore all’Agricoltura Schuler controbatte:

“Ci muoviamo all’interno della direttiva europea Habitat. La popolazione di orsi e lupi è aumentata, dobbiamo pensare anche all’economia di montagna”.

Ricordiamo che la Costituzione italiana assegna allo Stato la competenza nella tutela dell’ambiente, in cui rientra anche la fauna selvatica e in particolar modo specie strettamente protette a livello europeo e internazionale come lupo e orso.

“Se i testi licenziati dalle Giunte di Trento e Bolzano dovessero essere accolti anche nei rispettivi consigli provinciali, il WWF chiederà immediatamente al nuovo Governo di impugnarli, nella certezza che l’impugnativa sarebbe un atto dovuto dato il palese il contrasto con la normativa nazionale”, spiega in una nota il WWF.

L’inganno maggiore, secondo l’associazione, è ai danni degli stessi allevatori: in primis perché è ampiamente dimostrato che gli abbattimenti non sono efficaci per ridurre i danni al bestiame, ma soprattutto perché, paventando soluzioni che non arriveranno mai si perde tempo prezioso per installare strumenti di protezione adeguati che invece consentirebbero, come in molte altre zone d’Italia, di limitare al minimo danni e conflitti sociali.

“Le attività rurali nelle nostre Alpi non falliranno certo per la presenza dei grandi carnivori, come non è successo in ogni altra zona dell’Appennino e delle Alpi in cui queste specie sono tornate ormai da tempo, fallirà semmai una visione miope che non sa riconoscere il valore della biodiversità”.

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Dominella Trunfio

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