Italcarni, riapre il macello degli orrori

Italcarni, il macello degli orrori riapre un anno dopo lo scandalo della carne infetta e degli animali torturati. Come è possibile? Il macello in provincia di Brescia ha cambiato nome, ora si chiama A.D.M. Carni e mantiene gli stessi proprietari di Italcarni ad eccezione di Federico Osio, coinvolto in prima persona nello scandalo della carne infetta e del maltrattamento degli animali.

Italcarni, il macello degli orrori riapre un anno dopo lo scandalo della carne infetta e degli animali torturati. Come è possibile? Il macello in provincia di Brescia ha cambiato nome, ora si chiama A.D.M. Carni e mantiene gli stessi proprietari di Italcarni ad eccezione di Federico Osio, coinvolto in prima persona nello scandalo della carne infetta e del maltrattamento degli animali.

Che cosa era successo lo scorso anno? Ad ottobre 2015 sono stati diffusi i dati di un’indagine condotta dalla Procura di Brescia e dai Nas di Cremona da cui era emerso che la carne macellata aveva valori batteriologici 50 volte superiori al consentito e conteneva microrganismi pericolosi per la salute.

Le indagini hanno portato al sequestro del macello di Italcarni, ma non finisce qui. Dalle indagini è emerso che veniva messa in vendita anche la carne di animali giunti già morti al macello.

Leggi anche: SCANDALO ITALCARNI: CARNE INFETTA E ANIMALI TORTURATI

Gli animali venivano trasportati su camion senza seguire le norme, venivano torturati e bastonati per farli entrare nella struttura. Un anno fa delle immagini shock avevano sconvolto il Web: una mucca incatenata veniva trascinata a terra ancora viva dopo essere stata scaricata da un camion, con destinazione macello.

scandalo italcarni

Fonte foto: Essere Animali

Di fronte a quanto accaduto lo scorso anno, è scattato il processo di primo grado che non si è ancora concluso. Ma Italcarni ha già riaperto semplicemente cambiando nome. Il Comune di Ghedi, in provincia di Brescia, è il vero proprietario della struttura e, secondo Essere Animali, ha continuato a difenderla fino a permetterne la riapertura.

È forse inevitabile che gli animali negli allevamenti intensivi vivano in condizioni inadatte e che spesso subiscano maltrattamenti e torture. È altrettanto difficile cambiare la situazione degli animali all’interno degli allevamenti, dato che come in questo caso dopo lo scandalo tutto rischia di tornare come prima.

Chi ha a cuore la situazione di questi animali può compiere, se vuole, una scelta importante: smettere di mangiare carne.

Marta Albè

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