Cambiamenti climatici: le uova delle tartarughe marine ‘soffocate’ dall’innalzamento delle acque

Tartarughe marine a rischio a causa del riscaldamento globale. Una ricerca appena pubblicata dalla rivista Royal Society Open Science mostra, ad esempio, come l'innalzamento del livello del mare abbia un ruolo determinante nel mettere a repentaglio la sopravvivenza della tartaruga verde o Chelonia mydas, una specie considerata da tempo a rischio di estinzione

Tartarughe marine a rischio a causa del riscaldamento globale. Una ricerca appena pubblicata dalla rivista Royal Society Open Science mostra, ad esempio, come l’innalzamento del livello del mare abbia un ruolo determinante nel mettere a repentaglio la sopravvivenza della tartaruga verde o Chelonia mydas, una specie considerata da tempo a rischio di estinzione.

Icambiamenti climatici stanno lentamente modificando il mondo in cui viviamo: il loro influsso è evidente nella maggiore frequenza e intensità di determinati eventi meteorologici, così come nell’aumento del livello delle acque marine e nei mutamenti che interessano flora e fauna, minacciando l’esistenza stessa di un numero sempre più elevato di specie.

Come ripetuto da anni dagli scienziati, il graduale aumento del livello del mare è una minaccia che incombe su numerosissime specie animali che abitano le aree costiere, dato che l’acqua salata, alterando in modo permanente le caratteristiche del paesaggio, è in grado di distruggere interi habitat, rendendoli inospitali.

Per le tartarughe marine, tuttavia, il problema è ancora più urgente e profondo, a causa della loro abitudine di deporre e seppellire le uova nella sabbia dei litorali, a poca distanza dalla battigia. Con l’innalzamento del livello dei mari, i mutamenti imprevedibili delle maree possono fare sì che le uova vengano più volte raggiunte e sommerse nell’acqua salata: in questo caso, non ricevendo più ossigeno attraverso la sabbia o la terra, i piccoli embrioni rischiano di essere soffocati nelle primissime settimane della loro crescita. Si determina così un crollo nelle nascite di esemplari vivi, che avvia la specie ad una lenta ma inesorabile estinzione.

Tale teoria è confermata dallo studio appena pubblicato, Nest inundation from sea-level rise threatens sea turtle population viability: l’articolo punta il dito proprio sulla sempre più frequente inondazione delle covate da parte delle maree, mostrando come il tasso di sopravvivenza degli esemplari di tartaruga verde diminuisca del 30% se le uova sono state immerse in acqua salata per un lasso di tempo di sei ore.

La ricerca, promossa dalla James Cook University, è nata dal tentativo di spiegare il progressivo crollo del tasso di natalità delle tartarughe verdi su Raine Island, un piccolo paradiso non lontano dalle coste australiane, a nord della Grande Barriera Corallina, in cui depone le uova la più popolosa colonia esistente di questa specie.

Se altrove le covate di tartaruga verde portano alla nascita di esemplari vivi in oltre l’80% dei casi, su Raine Island il numero dei nati vivi è via via diminuito, fino a toccare livelli preoccupanti: nel periodo che va dal 2011 al 2015, infatti, la percentuale annuale di nuovi cuccioli è stata compresa tra il 12% e il 36%. Troppo bassa per far pensare ad una semplice casualità.

Sebbene il fenomeno non abbia ancora trovato una spiegazione definitiva, gli autori dell’articolo ritengono che si tratti del risultato di una combinazione di eventi: non solo un deterioramento delle condizioni di salute delle madri, ma anche l’effetto di tempeste tropicali via via più violente e di inondazioni sempre più frequenti delle aree in cui le uova vengono deposte, che le stanno rendendo meno adatte a ospitare e “nutrire” le covate.

E, come sappiamo, tempeste più intense e inondazioni più frequenti sono proprio tra gli effetti del progressivo cambiamento del clima.

Lisa Vagnozzi

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