Anche i gatti parlano: ecco cosa vogliono dirci con fusa e miagolii

Alcuni ricercatori che studiano la comunicazione gatto-umano sono pronti a giurare che anche il gatto sa comunicare con il proprio proprietario

Gatti vs cani: chi l’ha detto che soltanto Fido è in grado di parlare al proprio proprietario? Vero è che un cagnolino è capace di esprimere in tutti i modi i suoi stati d’animo, in un miscuglio tenerissimo di volti espressivi, scodinzolate plurime e svariati movimenti del corpo. Di contro, sua maestà il Micio è decisamente più cupo e si mantiene sulle sue, tanto che mai si è meritato il titolo di “amicone”. Fintanto che, ovvio, la sua pappa arrivi puntuale.

Ora però alcuni ricercatori che studiano la comunicazione gatto-umano e che sono soliti decifrare il significato nei comportamenti di tutti gli animali domestici sono pronti a giurare che anche Fufi ha qualcosa da dirci, anche se in maniera decisamente più soft rispetto a quel giocherellone del cane.

Arriva dagli States la nuova interpretazione che, insomma, potrebbe riabilitare i gatti al pari dei cani: Sharon Crowell-Davis, esperta in comportamento animale all’Università della Georgia, in occasione della Feline Behaviour Conference 2015 organizzata dall’International Association of Animal Behaviour Consultants, ha spiegato come i gatti siano espressivi tanto quanto i cani. I mici sarebbero infatti in grado di sfruttare dozzine di suoni nel loro vocabolario, alcuni dei quali specifici proprio per l’interazione con noi umani.

Quello che sostiene la ricercatrice è che finora si è sempre frainteso il comportamento dei felini, anche a causa della mancanza di studi scientifici ad hoc. Ad esempio, in genere si associa alle fusa uno stato di felicità, “quando in realtà potrebbero anche indicare una situazione di disagio fisico o emotivo, come lo stress o il dolore“, spiega Davis. E non solo: proprio le fusa indicherebbero spesso una richiesta esplicita, come il desiderio di non rimanere solo.

Stress o relax sarebbero indicati anche da precise espressioni facciali. Il più importante “sarebbe il più comune occhiolino“, dice il veterinario Gary Weitzman. Quando micio chiude gli occhi piano piano, per poi riaprirli poco dopo, vuol dire che si fida del proprietario perché non è costretto a monitorare l’ambiente esterno, quindi riferisce “accettazione” nei confronti di chi lo accudisce. Infine, anche il famoso miagolio sarebbe una conseguenza evolutiva all’addomesticamento, come qualcosa che hanno imparato per attirare la nostra attenzione dal momento che in natura i gatti raramente tirano fuori i vocalizzi che noi conosciamo.

Insomma, cani o gatti che siano, sono loro che abbiamo deciso di tenere in casa e che quindi hanno tutto il diritto di essere curati, trattati bene e soprattutto… ascoltati! Ecco, ora che sta per venire il gran caldo, alcune regole per protteggerli dalla calura e fare in modo che siano a loro agio sempre.

Germana Carillo

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