Bimba uccisa dal pastore tedesco: come evitare queste tragedie?

Se, da un lato, resta il dolore per l'orribile tragedia, dall'altra, appare opportuno sottolineare come da questa storia si possa trarre un insegnamento per salvare altre vite. Già, perché drammi di questo tipo - non è di certo il primo - spesso si possono evitare semplicemente gestendo bene il cane, acquisendo un minimo di competenza cinofila ed educando i più piccoli

Sta facendo discutere tutta Italia la vicenda del pastore tedesco che ha azzannato, uccidendola, una bambina di 3 anni a Fiano Romano, in provincia di Roma. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Sembra che la bimba sia entrata nel recinto in cui veniva tenuto per la maggior parte del tempo il cane e si sia avvicinata alla sua ciotola, il tutto all’insaputa dei genitori. La piccola è morta poche ore dopo all’ospedale Sant’Andrea di Roma.

Se, da un lato, resta il dolore per l’orribile tragedia, dall’altra, appare opportuno sottolineare come da questa storia si possa trarre un insegnamento per salvare altre vite. Già, perché drammi di questo tipo – non è di certo il primo – spesso si possono evitare semplicemente gestendo bene il cane, acquisendo un minimo di competenza cinofila ed educando i più piccoli.

Non si tratta di “giudicare” l’accaduto, ma di fare in modo che non ci siano nuove innocenti vittime, altri bambini e altri cani. Cani che, dopo essersi resi protagonisti di episodi violenti, vengono spesso abbattuti, o nella migliore delle ipotesi abbandonati in strada o portati nei canali.

È proprio per questo che l’Ente Nazionale Protezione Animali, respingendo ogni ipotesi di abbattimento, si è reso disponibile ad offrire il proprio supporto e la propria collaborazione per la gestione del pastore tedesco.

“Proviamo dolore e sgomento per la tragedia accaduta oggi a Fiano Romano. Esprimiamo tutto il nostro cordoglio alla famiglia della piccola – dichiara la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – siamo fiduciosi che la Procura di Rieti, che come atto dovuto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e omessa vigilanza di minore, chiarisca la dinamica di questo terribile incidente”.

earth

Anche l’associazione Earth vuole farsi carico di questo sfortunato cane e lancia un appello su Facebook:

Era rinchiuso in un recinto da 9 anni. Ha aggredito la bambina di 3 anni che ha aperto il cancello ed è stato condannato a morte senza appello. EARTH vuole salvarlo ed affidarlo ad educatori cinofili. AIUTACI, scrivi alla Asl RmF chiedendo che lo affidino a noi urp@aslrmf.it“.

Le reazioni dei cani, però, è bene dirlo chiaro e forte, dipendono dal modo in cui vengono tenuti, gestiti e socializzati, anche nei confronti dei bambini. Non lo diciamo noi, ma gli esperti. E nel caso specifico, purtroppo, appare evidente che tutta la situazione era ad altissimo rischio.

“Dal racconto del padre emerge come:

a) il cane non vivesse in famiglia, ma “in un recinto, insieme ad alcuni segugi“; quindi non stava in casa e non poteva considerare la bimba come parte del suo branco. Non era, insomma, affatto il “suo cane”, come hanno titolato decine di giornalisti palesemente incompetenti.
Ah… il fatto che in passato avesse ammazzato uno dei segugi è del tutto ininfluente, anche se molti hanno commentato “Ehhh! Aveva già ammazzato un cane, era logico che potesse attaccare anche una persona”. Invece non è logico affatto: cani e persone sono cose diverse, e i cani lo sanno benissimo);

b) la piccola, che a quanto pare stava nella villetta del nonno (ci sono versioni contrastanti tra le varie testate, ma quella che ricorre più frequentemente è questa) è entrata nel recinto “dove il cane stava mangiando”: quindi il cane ha visto invadere il suo territorio da un’intrusa che probabilmente è andata anche a toccarlo durante il pasto.

C’erano, insomma, tutti i presupposti perché succedesse qualcosa di grave”.

Lo scrive Valeria Rossi su Ti Presento Il Cane.

Franco Fassola, veterinario e presidente della Società italiana scienze comportamentali (Sisca), all’Adnkronos Salute spiega:

Quando in casa convivono bimbi e cani, è bene che l’attenzione dei genitori sia sempre massima. È una regola di buon senso. Ma oltre al “buon senso”, sarebbe necessario organizzare dei corsi ad hoc per i proprietari di cani, con tutte le informazioni per sapere bene come comportarsi“.

Salvatore Montemurro, presidente dell’Osservatorio italiano cani mordaci, infine, aggiunge:

Far socializzare il cane e il bambino è fondamentale, perché senza un corretto inserimento il bimbo, per il cane, resta un estraneo. I bambini, inoltre, sono incapaci di leggere i segnali che danno fastidio al cane, per cui vanno educati. Devono sapere che mentre il cane mangia, dorme o gioca col suo osso, non va infastidito. E nel gioco tra cane e bimbo deve essere sempre presente un adulto“.

Prima di inneggiare alle uccisioni di masse di certe razze canine, all’abbandono o al canile (come si legge nei commenti sui social che girano in queste ore), sarebbe bene quantomeno riflettere. Ma, soprattutto, invitare tutti i proprietari di cani a informarsi, a rivolgersi a degli esperti cinofili, a iniziare un nuovo rapporto col proprio animale, che rispetti le sue esigenze.

Perché non ci siano più vittime dell’incompetenza e dell’ignoranza.

Roberta Ragni

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