Cani nelle chiese, stop petardi e circhi con animali: la rivoluzione di Milano

No al circo con gli animali, a petardi e i fuochi di artificio rumorosi e alle aragoste in ghiacciaia, sì ai cani nei luoghi pubblici (anche nelle chiese). Ma anche sistemi di riduzione della velocità in prossimità delle colonie feline e obbligo di detenere almeno due pesci rossi negli acquari. Sono questi alcuni dei punti più innovativi della bozza del nuovo regolamento per la tutela degli animali del Comune di Milano, che sarà votata entro ottobre dal consiglio.

No al circo con gli animali, a petardi e i fuochi di artificio rumorosi e alle aragoste in ghiacciaia, sì ai cani nei luoghi pubblici (anche nelle chiese). Ma anche sistemi di riduzione della velocità in prossimità delle colonie feline e obbligo di detenere almeno due pesci rossi negli acquari. Sono questi alcuni dei punti più innovativi della bozza del nuovo regolamento per la tutela degli animali del Comune di Milano, che sarà votata entro ottobre dal consiglio.

Si tratta di 38 pagine, come anticipato da Milano Repubblica, che contengono misure piuttosto rivoluzionarie per la tutela degli animali (e non solo di quelli da affezione). Soprattutto se paragonate con il vuoto normativo di tantissimi altri Comuni italiani. Tra le misure che più colpiscono c’è la possibilità di entrare, oltre che in bar, ristoranti, ospizi, impianti sportivi e uffici pubblici, anche nelle chiese con il proprio cane, purché sia di piccola taglia e non aggressivo. La Curia milanese, dal canto suo, fa sapere di avere fiducia nel buon senso e nell’educazione di chi entra in parrocchia.

“Una città dove tutti possano vivere bene. Nel reciproco rispetto. Siamo alla fase finale del lavoro”, commenta Chiara Bisconti, assessore al Benessere, ricordando come nel regolamento ci sia anche una forte presa di posizione contro la sperimentazione medica su animali, “pur nel rispetto della normativa europea in materia”, con l’impegno al “reinserimento in comunità degli animali usati in laboratorio“.

Interessante anche l’inserimento, al punto 11, dell’articolo che prescrive l’installazione di sistemi di riduzione della velocità “in zone attraversate da strade particolarmente a rischio, dove viene segnalato un frequente attraversamento di gatti”. In pratica, ogni volta che si dovranno fare lavori stradali, si valuterà la presenza di colonie feline nell’area e nel caso questa sia consistente, si provvederà a installare dossi rallentatori. Verranno così ridotti i rischi per gli animali, ma anche per i conducenti di biciclette e mezzi a motore, che potrebbero essere sorpresi dall’attraversamento di gatti liberi.

Fra le sanzioni previste, infine, figurano 500 euro di multa per chi non raccoglie gli escrementi dei cani e il sequestro dell’animale per chi li utilizza per l’accattonaggio. Per ora si tratta di misure solo su carta. Se dovessero venire adottate, Milano dimostrerebbe ancora una volta di essere un’apripista per altri Comuni italiani, come già avvenuto per la mobilità sostenibile o per la raccolta differenziata: Milano ha superato la soglia del 50 per cento difendendo il primato in Italia e il secondo posto in Europa tra le città sopra il milione di abitanti (la prima è Vienna).

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