Caccia ai randagi agli Scavi di Pompei. Fallisce il raid degli accalappiacani

Sono tornati indietro con i furgoni vuoti gli accalappiacani che oggi avrebbero dovuto dare la caccia ai randagi degli Scavi di Pompei. Niente da fare, per fortuna. I guardiani a quattro zampe della città antica non si sono fatti trovare e gli operatori incaricati dall'Asl Napoli 3 Sud non hanno potuto prenderli e portarli in canile.

Sono tornati indietro con i furgoni vuoti gli accalappiacani che oggi avrebbero dovuto dare la caccia ai randagi degli Scavi di Pompei. Niente da fare, per fortuna. I guardiani a quattro zampe della città antica non si sono fatti trovare e gli operatori incaricati dall’Asl Napoli 3 Sud non hanno potuto prenderli e portarli in canile.

Secondo fonti del Comune di Pompei, la caccia al cane, che sarebbe dovuta durare tre giorni, è stata rinviata a data da destinarsi. Ma sono davvero loro il problema dell’incuria del sito archeologico? La risposta è no secondo un gruppo di guide turistiche che lavorano regolarmente negli Scavi di Pompei.

Sono loro, secondo quanto riportano fonti di stampa locali, ad aver inviato una lettera alla Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna. ”Come mai – chiedono le guide turistiche- i cani diventano sempre e obbligatoriamente il capro espiatorio del degrado di Pompei?”.

Questo problema, in effetti, è già stato sollevato in diverse occasioni. “Ed ogni volta sono giunte da tutto il mondo lettere di solidarietà ai cani di Pompei che sono la sola nota di allegria, simpatia e dolcezza in un sito degradato da anni per via dell’incuria delle amministrazioni, e dello scarso senso civico di alcuni turisti”.

La missiva è firmata da Annamaria Durante, guida autorizzata di Roma e Provincia, e Regione Campania, che fa parte anche di un’associazione di volontariato con la quale presta assistenza ai randagi, molti dei quali ”sono castrati, sterilizzati, microchippati e curati dalle varie associazioni di volontariato”. Qualche anno fa, ad esempio, è stato realizzato il progetto (C)ave Canem, realizzato dalla LAV in sinergia con Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane, con il tentativo di recuperare un situazione di decenni di abbandono e “scarica barile” sulle responsabilità per i quattrozampe vaganti negli Scavi.

Il risultato erano stati 55 cani controllati, vaccinati, e microchippati, alcuni dei quali anche adottati. Non sarebbe il caso di proseguire con iniziative di prevenzione degli abbandoni e del randagismo nelle aree circostanti gli Scavi, invece che pensare a queste deportazioni di massa?

Roberta Ragni

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