Nuove specie: fotografato per la prima volta un cucciolo di Olinguito

Conoscete l'olinguito? Se la risposta è negativa, non preoccupatevi: la coperta di questo piccolo mammifero, lungo appena 35 cm e di circa 1 kg di peso, il cui nome scientifico è Bassaricyon neblina, è stata resa pubblica il 15 agosto 2013 da Kristofer Helgen, curatore presso lo Smithsonian di Washington.

Conoscete l’olinguito? Se la risposta è negativa, non preoccupatevi: la coperta di questo piccolo mammifero, lungo appena 35 cm e di circa 1 kg di peso, il cui nome scientifico è Bassaricyon neblina, è stata resa pubblica il 15 agosto 2013 da Kristofer Helgen, curatore presso lo Smithsonian di Washington.

A pochi mesi dalla rivelazione dell’animale appartenente alla famiglia Procyonidae e diffuso in America Meridionale, ecco arrivare le prime immagini di un dolcissimo cucciolo della specie, immortalato dagli scienziati che si sono addentrati nella riserva forestale La Mesenia, in Colombia. Il baby olinguito, scoperto dai membri di SavingSpecies, è delle dimensioni di un gattino ed è così piccolo da entrare nel palmo di una mano.

Le fotografie della giovane creatura rivelano minuscoli artigli ricurvi, utili per arrampicarsi sugli alberi, e sporgenze sulle zampe, che lo aiutano a fare presa sui rami. Designati d pochissimo come una nuova specie, gli olinguitos, in realtà, sono stati nascosti alla vista dell’uomo per molto tempo. I campioni della creatura arancio-marrone sono stati alloggiati nei musei per più di un secolo, erroneamente identificati come membri di un gruppo collegato ai mammiferi arboricoli noti come olingos.

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Successive analisi genetiche hanno rivelato che gli olinguitos non sono solo diversi dagli olingos, ma anche che in realtà presentano quattro sottospecie. A differenza di molte altre specie di recente scoperte, i piccoli olinguitos non sembrano essere a rischio di estinzione, almeno per ora. Gli scienziati stimano che ci siano migliaia di queste creature incredibilmente simpatiche che vivono negli habitat montani protetti di Colombia ed Ecuador.

Roberta Ragni

Fonte e foto

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