Mosca transgenica in Spagna: Firab lancia l’allarme

Allarme mosca transgenica in Spagna. La Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica (Firab), insieme ad altre organizzazioni ambientaliste europee, ha lanciato un vero e proprio allarme sull’immissione di esemplari transgenici di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) in Spagna. La stampa spagnola aveva denunciato la situazione già nel mese di settembre, sottolineando le scarse informazioni in circolazione al riguardo.

Allarme mosca transgenica in Spagna. La Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica (Firab), insieme ad altre organizzazioni ambientaliste europee, ha lanciato un vero e proprio allarme sull’immissione di esemplari transgenici di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) in Spagna. La stampa estera aveva denunciato la situazione già nel mese di settembre, sottolineando le scarse informazioni in circolazione al riguardo.

La mosca dell’olivo viene definita come uno dei principali problemi che possono ostacolare la produzione olivicola. Le mosche geneticamente modificate deporranno le loro uova nei frutti e daranno origine a larve transgeniche che renderanno impossibile la raccolta delle olive, rovinandole dall’interno. Le mosche transgeniche non sono dunque una soluzione al problema della malattia che attacca gli alberi di olivo.

Si teme che numerosi esemplari di mosca transgenica dell’olivo vengano immessi nell’ambiente, a partire dalla Spagna. La stessa operazione potrebbe avere luogo in Brasile. I ceppi di insetti geneticamente modificati sono esotici e l’ambiente in cui verranno rilasciati non rappresenta il loro habitat.

Lo scopo dell’operazione consisterebbe nel contrastare la presenza e il proliferare dei loro omologhi parassiti. La tecnologia delle mosche geneticamente modificate non è testata né validata. Non è dunque dato conoscere l’entità dei danni che potranno causare all’ambiente.

Sotto accusa l’azienda britannica Oxitec, che ha reso nota l’intenzione di rilasciare mosche transgeniche dell’olivo in Spagna e moscerini della frutta in Bbrasile nei prossimi mesi. L’azienda ha presentato le necessarie richieste di autorizzazione a gennaio 2013. Ora sarebbero in fase di valutazione.

Le mosche geneticamente modificate, a parere di Oxitec, serviranno a sterminare le comuni mosche dell’olivo. In che modo? Gli insetti maschi geneticamente modificati si accoppieranno con le femmine presenti nell’ambiente allo stato naturale. La prole femminile degli insetti morirà allo stato di larva. La scomparsa delle femmine porterebbe al declino della popolazione delle mosche dell’olivo presenti in natura.

Gli insetti sono stati ottenuti incrociando un ceppo greco di mosche dell’olivo con ceppi israeliani. Ma il rilascio nell’ambiente di ceppi di parassiti non nativi è vietato. Si teme che venga sviluppata una resistenza ai pesticidi in grado di diffondersi agli insetti presenti in natura.

Altre preoccupazioni riguardano la raccolta delle olive e il gran numero di larve GM morte e vive rinvenibili nel frutto avviato al consumo, oltre che all’impatto di insetti geneticamente modificati sugli ecosistemi.

“L’uso di ceppi non-nativi è avventato perché i parassiti GM di Oxitec non sono sterili e i maschi GM possono sopravvivere e riprodursi con mosche di origine locale per molte generazioni”, ha spiegato Helen Wallace, direttore di GeneWatch UK. “È molto rischioso introdurre tali ceppi non-nativi di parassiti permettendo la diffusione di caratteristiche nocive come la resistenza ai pesticidi non sradicabili una volta che si diffondono attraverso la popolazione naturalmente presente”.

Il rilascio di ceppi non-nativi GM da parte di Oxitec è stato bloccato in Inghilterra, per via dei timori sopraindicati, ma potrebbe essere permesso in Spagna. In altri casi, la tecnica degli insetti sterili si è già dimostrata inefficace. Inoltre, secondo Luca Colombo, segretario generale di Firab, il lancio precoce di milioni di esemplari sterili può rivelarsi sconveniente dal punto di vista economico. La loro presenza potrebbe rovinare i raccolti di olive e rallentare la produzione. Ancora una volta l’uomo tenta di manovrare la natura a proprio piacimento senza valutarne le conseguenze. I danni relativi all’alterazione degli ecsistemi potrebbero essere irrimediabili.

Marta Albè

Fonte foto: flickr.com

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