Cacciatore spara e uccide il primo lupo del Kentucky da 150 anni (foto)

E' un mistero della fauna selvatica il perché fosse nel Kentucky, dove di esemplari non se ne vedevano da ben 150 anni. Ma non ha un bell'epilogo la storia del primo lupo libero della storia moderna dello Stato USA: è stato ucciso dalle pallottole di un cacciatore locale, nonostante appartenesse a una specie in via di estinzione

È un mistero della fauna selvatica il perché fosse nel Kentucky, dove di esemplari non se ne vedevano da ben 150 anni. Ma non ha un bell’epilogo la storia del primo lupo libero della storia moderna dello Stato USA: è stato ucciso dalle pallottole di un cacciatore locale, nonostante appartenesse a una specie in via di estinzione.

E il suo assassino non dovrà pagare nemmeno una multa, dal momento che, per le autorità del Kentucky Department of Fish and Wildlife Resources, non c’era alcun motivo per cui potesse aspettarsi che in quel territorio ci fosse proprio un lupo. Scambiato per un coyote, è stato trucidato mentre cacciava in una fattoria. La morte è avvenuta nel mese di marzo e i funzionari di Stato erano stati, in un primo momento, addirittura scettici sulla vicenda.

Per confermare l’identità dell’animale hanno addirittura spedito ai laboratori dell’U.S. Department of Agriculture’s National Wildlife Research Center, in Colorado, campioni di DNA da analizzare. I risultati hanno confermato, così, che si trattava effettivamente di un lupo grigio in via di estinzione, con un corredo genetico simile ai lupi nativi della regione dei Grandi Laghi.

Come è arrivato in Kentucky? Può aver vagato per grandi distanze o aver vissuto parte della sua vita in cattività. È la seconda ipotesi, in particolare, a essere ritenuta la più credibile. Aveva una grande quantità di placca sui denti, caratteristica dei lupi che sono stati in cattività. Di certo lui, il lupo, non ce lo potrà raccontare, visto che il 16 marzo è stato ucciso dalle pallottole di un fucile, mentre un forum di caccia, come ultima umiliazione, vanta alcune cruente foto presumibilmente dell’animale.

Roberta Ragni

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