Orsi: la Svizzera invita l’Italia ad uccidere quelli problematici

Guai in vista per gli orsi in Svizzera. Il Cantone dei Grigioni, infatti, ha invitato la Confederazione ad intervenire presso le autorità italiane. Secondo le autorità retiche, infatti, i cosiddetti “orsi problematici” devono essere uccisi in Italia prima che entrino in territorio elvetico

Guai in vista per gli orsi in Svizzera. Il Cantone dei Grigioni, infatti, ha invitato la Confederazione ad intervenire presso le autorità italiane. Secondo le autorità retiche, infatti, i cosiddetti “orsi problematici” devono essere uccisi in Italia prima che entrino in territorio elvetico.

Creature indesiderate, gli orsi in Svizzera. Gli animali dovrebbero dunque essere uccisi pèrima ancora che valichino la frontiera. Ma perché? Anche la Provincia Autonoma di Trento ha sottolineato il fatto che gli orsi non rappresentano un pericolo per l’uomo e “In Italia, nelle Alpi e negli Appennini, non sono documentate aggressioni deliberate nei confronti dell’uomo negli ultimi 150 anni”.

Gli orsiscrive il Consiglio di stato retico – costituiscono un ostacolo all’accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L’abbattimento di orsi problematici deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario.”

La pensa allo stesso modo il Governo di Coira che ha chiesto inoltre al Dipartimento federale dell’ambiente (DATEC) di chiarire la problematica che riguarda l’abbattimento dei grandi predatori (orso, lupo, lince). La strategia della Confederazione in questa materia “non deve in futuro essere ostacolata dall’arbitrario ricorso a rimedi giuridici”, precisa il governo retico, che richiede “alla Confederazione un migliore indennizzo degli oneri supplementari provocati all’agricoltura dalla presenza di grandi predatori”.

A difesa dei poveri animali è sceso l’Enpa, che ha commentato così le richieste svizzere: “La richiesta del Cantone dei Grigioni, che vorrebbe che gli orsi cosiddetti ‘problematici’ fossero uccisi nel nostro Paese è decisamente singolare – spiega l’Enpa – e non tiene conto di un fatto fondamentale: gli orsi sono specie particolarmente protette e per questo non è possibile ipotizzare né prefigurare astrusi piani di abbattimento”.

Inoltre spiega l’Ente Nazionale Protezione Animali che occorre ricordare al cantone svizzero che i plantigradi delle Alpi fanno parte di un programma di reintroduzione finanziato dall’Unione Europea. Per questo si è detto pronto a segnalare “gli effetti tragici causati da una gestione del progetto non corretta e dall’investimento di fondi in questa direzione piuttosto che per la tutela degli orsi.

La paura è che uccisioni brutali come quella di Stefano, l’orso marsicano mascotte del Parco nazionale d’Abruzzo, possano ripetersi.

Francesca Mancuso

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