Weight pulling: la disciplina per cani che fa discutere

Cos'è il Weight pulling? Tradotto letteralmente significa "traino del peso" ed è un nuovo sport per cani che consiste nel far tirare all'animale un carrello o una slitta carichi per una breve distanza, attraverso ghiaia, erba, tappeti o neve. Negli Stati Uniti questa disciplina è molto famosa e regolamentata da alcune associazioni apposite, come l'International Weight Pulling Association e l'American Pulling Alliance.

Cos’è il Weight pulling? Tradotto letteralmente significa “traino del peso” ed è un nuovo sport per cani che consiste nel far tirare all’animale un carrello o una slitta carichi per una breve distanza, attraverso ghiaia, erba, tappeti o neve. Negli Stati Uniti questa disciplina è molto famosa e regolamentata da alcune associazioni apposite, come l’International Weight Pulling Association e l’American Pulling Alliance.

In pratica, il cane è agganciato al carrello o slitta, con un imbragatura costruita appositamente in modo da “distribuire il peso e ridurre al minimo il rischio di lesioni”. Chi la pratica e se ne occupa sostiene che i cani non vengano feriti durante le gare, che non siano dopati con sostanze illecite. Per praticarla, poi, serve un allenamento graduale, che inizia fin da cuccioli con pesi leggeri e va man mano ad aumentare. Questo basta a giustificare la pratica “sportiva” del Weight pulling?

Gli animalisti sono già sul piede di guerra. Sta girando su facebook in questi giorni la foto che vedete in apertura dell’articolo, la cui didascalia recita: “qualcuno potrebbe pensare che questa foto fa parte di un’indagine sui combattimenti fra cani organizzati dalla camorra. Purtroppo si sbaglierebbe perché questa foto è stata fatta negli USA e questa assurdità ha anche un nome: “weight pulling”. Vengono fatte gare, campionati e quant’altro e questa che qualcuno definisce “disciplina” sta prendendo piede anche nel nostro paese, come si capisce con una breve ricerca su internet. Più un cane riesce a trainare pesi enormi, bombato con mille integratori e sostanze dopanti, più viene considerato un campione”.

Secondo l’utente che l’ha postata, così come per molti di coloro che hanno commentato e condiviso il post, quest’attività non ha nulla di “sportivo” ed è solo un maltrattamento bello e buono. Pronta arriva la replica dal sito di informazione cinofila “Ti presento il cane”, in cui le motivazioni animaliste contro la discplina vengono smontate una a una.

Non confondiamo l’espressione di un uomo (o di un cane) sotto sforzo con un’ ipotetica “sofferenza” anche morale: prima di giudicare, guardiamo la faccia che fanno dopo! E dopo la performance vedremo uomini entusiasti, ma anche cani felici, scodinzolanti, soddisfattissimi di essere riusciti nell’impresa. E NON SOLO perché hanno soddisfatto il proprietario, ci metterei quasi la mano sul fuoco. Sono proprio soddisfatti “di loro“, scrive Valeria Rossi, direttore editoriale del bimensile e Consigliere dell’Associazione ‘Dalla parte del cane Onlus’ Allevatore di Husky con grandissima esperienza di expo.

L’invito dal mondo della cinofilia è quello di capire, come per ogni cosa, “come” lo si fa. Perché prima di condannare, almeno “bisogna provare a conoscere meglio“. La questione è certamente delicata. Ma la prima riflessione che viene spontanea, dal cuore, è: che piacere c’è nel fare questo? Non è forse più appagante una passeggiata in un bosco o una corsa sulla spiaggia? Anche costringere un cane a uno sforzo per appagare la volontà dell’uomo è un maltrattamento… Ma c’è chi giura che il cane sia felice di farlo a priori.

Roberta Ragni

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