La foca monaca torna alle Egadi: diamole un nome

Era fuggita dai nostri mari a causa delle acque troppo inquinate, ma quest'anno la foca monaca è tornata ad onorarci della sua presenza. La location che uno degli animali più protetti al mondo ha scelto per 'passare le vacanze' si trova ancora una volta la Sicilia, nell'arcipelago delle Egadi. Ma la foca non ha ancora un nome. Diamogliene uno!

Era fuggita dai nostri mari a causa delle acque troppo inquinate, ma quest’anno la foca monaca è tornata ad onorarci della sua presenza. La location che uno degli animali più protetti al mondo ha scelto si trova ancora una volta la Sicilia, nell’arcipelago delle Egadi. Ma la foca non ha ancora un nome. Diamogliene uno!

L’esemplare è una splendida femmina adulta che ha scelto come rifugio una grotta sulla costa delle isole Egadi. Insieme al sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, il ministero dell’Ambiente ha deciso così di lanciare al più presto un concorso dedicato ai ragazzi: “Diamo un nome alla simpatica foca delle Egadi“.

Un evento da celebrare degnamente quello del ritorno della foca monaca nei nostri mari. A parte qualche sporadica apparizione, come quella del 2010 sempre a Marettimo, altra isola delle Egadi con Favignana e Levanzo, la foca monaca era scomparsa dall’arcipelago già dalla metà degli anni ’70.

Negli ultimi due anni, però, nell’area marina protetta delle isole Egadi, è stata condotta un’attività di ricerca svolta dall’Ispra in collaborazione con l’ente gestore della riserva, per verificare, documentare e raccogliere informazioni sugli avvistamenti di esemplari di foca monaca. E i primi risultati hanno fatto ben sperare: “La conferma della frequentazione e della permanenza nell’area di studio da parte di esemplari di questa specie, anche se ridotta nel tempo e costituita da uno o pochi esemplari, riveste particolare importanza: si tratta, infatti, di una delle specie a maggior rischio di estinzione in tutto il Mediterraneo” spiegano i ricercatori.

Nell’aprile del 2011, poi, sono state avviate le attività di ricognizione prima lungo le coste dell’arcipelago per identificare le grotte più idonee alla frequentazione da parte della foca monaca e poi si è passati all’istallazione di “foto trappole” in alcune delle grotte marine identificate, permettendo così un monitoraggio continuo e non invasivo delle grotte. Al di là del nome, le “foto trappole” sono macchine fotografiche dotate di sensori, che scattano le foto automaticamente al passaggio di un animale senza disturbarlo col flash.

Proprio grazie alle foto, i ricercatori hanno scoperto la presenza di un esemplare di taglia subadulta-adulta, probabilmente femmina. Sempre nella stessa grotta, sono state raccolte evidenze di frequentazione durante la primavera 2012, ma il dettaglio delle immagini fotografiche non è sufficientemente chiaro da confermare che si tratti dello stesso esemplare.

Si tratta di uno straordinario risultato per le Egadi, la riserva marina più grande d’Europa, e per tutto il sistema delle aree marine protette italiane, un sistema che per numero di aree protette e dimensioni di coste e fondali tutelati ci vede leader a livello continentale. Da oggi possiamo dire con più autorevolezza che anche le azioni di conservazione dell’ambiente marino ci vedono in posizioni di vertice. Lavoreremo, quindi, per consolidare la rete delle Area marina protetta italiane” ha commentato il Ministro Andrea Orlando.

Bentornata foca monaca!

Francesca Mancuso

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