Il Patrimonio Unesco minacciato dalle trivelle

Secondo il nuovo report del WWF, circa la metà dei siti naturali (114 su 229) appartenenti al Patrimonio Mondiale (World Heritage) sono minacciati da attività industriali ed economiche di varia natura.

Circa la metà dei siti naturali (114 su 229) appartenenti al Patrimonio Mondiale (World Heritage) sono minacciati da attività industriali ed economiche di varia natura. E il peggio è che si tratta di aree che forniscono servizi e sostentamento a molte popolazioni.

È l’allarme lanciato dal WWF con il suo nuovo rapporto dal titolo “Tutela delle comunità attraverso la Natura: i Siti Naturali Patrimonio Mondiale come volano per lo Sviluppo Sostenibile”: dalle barriere coralline del Belize alla foresta pluviale di Sumatra, dal Coto Donana alla Riserva di Selous in Tanzania, dal Lago Turkana in Kenya alla Foresta Dong Phayayen_Khao Yai in Tailandia. Ma non dimentichiamoci che sono minacciati anche il Delta del Po, la Laguna di Venezia e le isole Eolie.

Il report, prodotto per il WWF dal Dalberg Global Development Advisors, mette in evidenza come l’insieme dei siti inseriti nella lista IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) contribuiscano allo sviluppo economico e sociale grazie alla tutela ambientale e segnala anche una protezione praticamente assente di queste aree.

Esplorazioni di petrolio e gas, attività minerarie e deforestazione illegale sono le attività che più minacciano 114 siti naturali o di natura mista (che comprendono anche il patrimonio culturale) su 229. Di questi, 12 sono in Europa e sono protetti dalle Direttive europee. Si tratta della foresta Laurisilva di Maderia (Portogallo), del Delta del Danubio, i Laghi Plitvice (Croazia), il Wadden Sea, la Foresta primigenia di faggi sui Carpazi, il magnifico Delta Coto Donana in Spagna. In Italia eventuali incidenti petroliferi potrebbero intaccare alcuni sei siti naturali World Heritage come le isole Eolie, il Delta del Po e la Laguna di Venezia.

Ma è anche vero che ci tocca da vicino il rischio collegato alle attività di estrazione petrolifera del sistema di barriere coralline del Belize: il benessere di 190mila residenti che proviene dal turismo e dalla pesca è minacciato da diversi fattori come le costruzioni lungo le coste, il taglio delle mangrovie, le attività agricole e soprattutto dalla minaccia delle esplorazioni petrolifere (per ora le concessioni sono scadute ma il Governo vorrebbe riaprire le concessioni off-shore). Altre serie minacce alla sopravvivenza della barriera corallina del Belize sono rappresentate anche dagli uragani e dal riscaldamento delle acque oceaniche.

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Si tratta di aree che tali aree, quelle individuate dal WWF, che, sebbene coprano appena lo 0,5% della superficie del pianeta, sono in grado di sostenere ben 11 milioni di persone nel mondo, con benefici che derivano dal turismo, attività ricreative e l’esportazione di risorse. Non solo, ma sono aree in cui vivono specie importanti e da esse si garantiscono lavoro e benefici che vanno oltre i loro stessi confini.

I siti considerati patrimonio Mondiale dovrebbe essere tutelati dal più alto livello di protezione: purtroppo siamo spesso incapaci di salvaguardare questi importanti tasselli del pianetaspiega Marco Lambertini, direttore generale del WWF Internazionale – Siamo tutti d’accordo sul fatto che questi sono siti unici e preziosi per l’intera umanità, ma è necessario uno sforzo comune per rendere queste aree capaci ancora di provvedere al benessere delle popolazioni e della natura”.

Perché i siti Patrimonio Mondiale sono così importanti detta in numeri:

11 milioni di persone dipendono dai siti

2/3 dei siti sono cruciali per l’approvvigionamento di acqua

Il 90% garantisce posti di lavoro e sostiene economie legate a turismo, attività ricreative e uso sostenibile delle risorse

Più del 50% garantisce servizi naturali fondamentali come stabilità del suolo, prevenzione dalle inondazioni e sequestro di carbonio

10,5 miliardi di tonnellate di carbonio è si trova nel sistema di siti WH

Circa il 50% di tutti i siti sono minacciati da attività industriali dannose

114 dei 229 siti sono interessati da concessioni per l’estrazione di petrolio, gas e attività minerarie o sono a rischio per almeno un’attività pericolosa

229 il numero globale dei siti: 197 sono siti naturali e 32 sono considerati ‘misti’

1% è la percentuale rappresentata dai siti WH all’interno del sistema globale di aree protette

0,5% è la percentuale di superficie mondiale ricoperta dai siti WH (oltre 279 milioni di ettari, lo 0,5% della superficie terrestre)

Oltre il 20% è minacciata da fattori multipli di rischio

Germana Carillo

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