Vivisezione, una nuova GreenHill in Gran Bretagna?

Vi ricorderete senz’altro di tutti i nostri articoli sul caso “Green Hill”, l’allevamento-bunker di Montichiari, in provincia di Brescia, dove sono rinchiusi centinaia di beagle (e non solo), che nei mesi scorsi ha fatto parlare di sé anche per le numerose manifestazioni che ne chiedevano a gran voce la chiusura convogliate in un progetto di legge - il cui primo firmatario è il figlio di Umberto Bossi - attualmente al vaglio presso la Commissione Sanità della Regione Lombardia.

Vi ricorderete senz’altro di tutti i nostri articoli sul caso “Green Hill”, l’allevamento-bunker di Montichiari, in provincia di Brescia, dove sono rinchiusi centinaia di beagle (e non solo), che nei mesi scorsi ha fatto parlare di sé anche per le numerose manifestazioni che ne chiedevano a gran voce la chiusura convogliate in un progetto di legge – il cui primo firmatario è il figlio di Umberto Bossi – attualmente al vaglio presso la Commissione Sanità della Regione Lombardia.

A quanto pare però, la multinazionale Marshall, proprietaria dell’allevamento di Green Hill, ha dichiarato recentemente di voler aprire altri quattro stabulari nel Regno Unito, per un totale di 2000 beagle, vicino alla cittadina di Hull, nell’East Riding of Yorkshire.
Lo ha fatto sapere la NAVA, National Anti-Vivisection Alliance, associazione impegnata contro la vivisezione, che, chiamando all’appello i cittadini per opporsi a questo progetto scrivendo anche una lettera ha anche citato il successo ottenuto dalle campagne antivivisezioniste italiane e il successivo blocco dell’ampliamento del bunker di Montichiari.

Al momento, l’azienda multinazionale ha comprato un allevamento dismesso e ha già annunciato di voler demolire tutto per realizzare 4 capannoni bunker che ospiteranno 500 beagle ciascuno.
D’altro canto, la NAVA ha presentato un esposto alla contea di East Riding nello Yorkshire precisando motivazioni etiche per cui è necessario impedire la costruzione di nuovi allevamenti lager e sta invitando i cittadini inglesi a scendere in piazza e a organizzarsi in una manifestazione unanime per convincere le autorità locali a non concedere le autorizzazioni per la costruzione della struttura. Il prossimo 2 maggio si avrà l’esito della richiesta avanzata da Marshall.

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Intanto – per chiedere lo stop di tutte le attività di vivisezione – il Coordinamento “Fermare Green Hill”, a capo delle proteste contro il bunker di Montichiari, in occasione della settimana mondiale per gli animali nei laboratori, ha indetto un flash-mob a Milano, fissato per il prossimo 30 aprile a Piazza Mercanti. L’associazione, inoltre invita tutti ad unirsi ai cittadini britannici nello scrivere alle autorità locali. Noi lo abbiamo fatto e voi?

Verdiana Amorosi

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