Via l’amianto dai tetti! Anche in nome di Luisa Minazzi, l’attivista di Legambiente deceduta ieri per colpa dell’Eternit

È morta ieri mattina a Casale Monferrato (AL) Luisa Minazzi, simbolo del movimento contro l'asbesto, comunemente noto come amianto, materiale altamente cangerogeno prodotto – in Italia – fino al 1994 e impiegato per la copertura di gran parte dei capannoni industriali, e non solo, del paese.

È morta ieri mattina a Casale Monferrato (AL) Luisa Minazzi, simbolo del movimento contro l’asbesto, comunemente noto come amianto, materiale altamente cangerogeno prodotto – in Italia – fino al 1994 e impiegato per la copertura di gran parte dei capannoni industriali, e non solo, del paese.

 

Dirigente scolastica, assessore all’ambiente, fondatrice della sezione casalese di Legambiente, la protagonista della lotta per la difesa delle vittime di amianto è stata infine uccisa dal mesotelioma pleurico diagnosticatole nel 2006, una forma di cancro legata all’esposizione all’Eternit, materiale prodotto dall’omonima azienda, ora fallita, che aveva sede proprio a Casale Monferrato. Aveva 58 anni.

 

luisa_minazzi

Queste morti silenziose non rubano le prime pagine dei giornali” –ha detto Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – “eppure Luisa è riuscita a far sentire forte la sua voce, raccontando la malattia che l’ha colpita e quella delle altre 3.000 vittime da Eternit di Casale Monferrato, paese di 35.000 abitanti in cui ci sono 50 nuovi casi di malati da amianto ogni anno. Seguendo il grande insegnamento di Luisa, proseguiremo quella stessa lotta, nel ricordo della sua tenacia e dell’impegno al servizio delle battaglie civili.”

E infatti Legambiente e AzzeroCO2 hanno lanciato da qualche tempo la campagna Provincia Eternit Free, con l’obiettivo di promuovere la sostituzione di tetti in asbesto con impianti fotovoltaici, grazie a un meccanismo di incentivazione speciale introdotto dallo stato italiano (DM 19 febbraio 2007). Hanno già aderito all’iniziativa la comunità montana della Marsica (17 comuni aquilani distribuiti su una superficie di 995 km2) e, proprio in questi giorni, la provincia di Lecce.

Come spiegato in occasione della presentazione dell’iniziativa nel Salento da Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente, la proposta si inserisce nel più ampio quadro del protocollo di Kyoto: “la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rappresenta una priorità delle amministrazioni locali europee, impegnate a dare il loro contributo nel raggiungimento degli obiettivi del protocollo”.

I benefici sono infatti innegabili, sia per l’ambiente, sia per la salute dei cittadini, sia per l’economia locale. Solo nella provincia di Lecce si stima vi siano ancora 250.000 metri2 di coperture in amianto da bonificare, corrispondenti, nell’ipotesi che vengano tutte sostituite da impianti fotovoltaici, a 25 MW di potenza.

Chiunque volesse proseguire la battaglia di Luisa può farlo aderendo al progetto a questo link e promuovendone la diffusione per mezzo della brochure in formato pdf.

Roberto Zambon

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