Uragano Sandy: 48 vittime, chiuse 3 centrali nucleari

Uragano Sandy. Sono 48 le vittime causate dall’uragano Sandy, che nelle scorse ore ha interessato la città di New York e nove stati nordamericani. Con il sopraggiungere dell’uragano è stata effettuata la chiusura di tre centrali nucleari.

Uragano Sandy. Sono 48 le vittime causate dall’uragano Sandy, che nelle scorse ore ha interessato la città di New York e nove stati nordamericani. Con il sopraggiungere dell’uragano è stata effettuata la chiusura di tre centrali nucleari.

Un evento meteorologico così estremo, secondo quanto comunicato da parte di Greenpeace, potrebbe ripetersi in altre parti del mondo e interessare non soltanto gli Stati Uniti, se proseguiremo a non preoccuparci delle conseguenze delle attività umane sui cambiamenti climatici.

La città di New York appare versare al momento nella situazione più drammatica, che ha visto l’allagamento dei tunnel della metropolitana, l’assenza di corrente elettrica in numerosi quartieri. L’assenza di elettricità ha provocato la chiusura di un ospedale nel quartiere di Lower Manhattan. La clinica è stata evacuata a seguito di un tilt dei sistemi elettrici e numerosi pazienti sono stati trasferiti in altri ospedali.

Il blackout per quanto riguarda l’elettricità ha interessato oltre 8 milioni di americani residenti negli stati di New York, New Jersey, Michigan e Ohio. È avvenuta la chiusura di tre centrali nucleari. Chiuse a causa dell’uragano Sandy la centrale nucleare di Indian Point, non lontano da New York, e di Hancock Bridge nel New Jersey, oltre alla centrale di Oyster Creek, nelle vicinanze di Atlantic City.

Secondo quanto comunicato da parte di Greenpeace, l’uragano Sandy è molto simile all’uragano Irene, verificatosi negli Stati Uniti lo scorso anno. La comunità scientifica, per quanto riguarda fenomeni meteorologici dal potere devastante come gli uragani, è unita nel sottolineare come dinamiche quali lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento della temperatura degli oceani siano provocate dalle emissioni di gas serra dovute alle attività umane e possano essere in grado di provocare la comparsa di eventi climatici gravi.

Con un vero e proprio cambiamento climatico in corso, come dichiarato da parte di Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, dobbiamo prepararci al fatto che eventi di questo genere – con riferimento agli uragani – nel mondo, si andranno intensificando, divenendo sempre più violenti.

Bisogna tenere conto di come le mutazioni del clima possano essere legate alle emissioni di co2 provocate dal ricorso per la produzione di energia alla combustione di fonti fossili, come carbone e petrolio. Secondo gli esperti, se proseguissimo di questo passo, alla fine del secolo le temperature terrestri si saranno innalzate di ben 6°C.

Non si può inoltre fare a meno di notare, come sottolineato da parte di Greenpeace, che l’uragano Sandy stia interessando aree dove sono presenti diverse centrali nucleari. Almeno 12 centrali statunitensi possono essere incluse nella traiettoria dell’uragano Sandy, tra le quali è compresa Oyster Creek, centrale nucleare che al momento si trova sommersa da due metri d’acqua.

Oltre ai danni causati dall’uragano a persone ed edifici, non bisogna dimenticare le conseguenze dello stesso su attività quali l’agricoltura e l’apicoltura. L’uragano Sandy ha infatti spazzato via nella città di New York 25 alveari contenenti oltre 40 mila api, parte di un importante progetto per la diffusione ed il sostegno dell’apicoltura urbana.

apicultura urbana new york

Per quanto concerne l’andamento dell’uragano Sandy, oltre che dai cambiamenti climatici, esso potrebbe essere stato influenzato dalle fasi lunari. La Nasa, studiando la situazione dall’alto, ha evidenziato come la pericolosità dell’uragano possa essere stata aumentata dalla presenza della luna piena. Gli effetti di marea della luna piena sulla Terra, infatti, sarebbero in grado di amplificare la tempesta, aumentando la dimensione delle onde e il rischio inondazione. In merito ai danni causati dall’uragano, il presidente Barak Obama ha dichiarato lo stato di “grave catastrofe”.

Marta Albè

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