Giappone in ginocchio per il tifone Man-yi, Fukushima a rischio

Il tifone Man-Yi mette in ginocchio il Giappone: piogge senza precedenti

Un potentissimo tifone, con venti a 160 km orari, sta devastando il Giappone. Centinaia di migliaia di persone in fuga, trasporti bloccati e molta paura anche per la centrale nucleare di Fukushima.

Si chiama Man-yi ed è il dicottesimo tifone che colpisce il Giappone dall’inizio dell’anno. A differenza dei precedenti, però, è molto più violento con piogge torrenziali (in alcune zone già oltre i 500 mm caduti) e vento fino a 160 orari.

Ci sono almeno tre dispersi ma la situazione alla fine potrebbe essere ben peggiore perché il Servizio Metereologico giapponese ha lanciato l’allarme e chiesto l’evacuazione di 90 mila famiglie nell’area di Kyoto e 400 mila residenti in altre province. E non è tutto: i trasporti sono in tilt con 500 voli aerei già annullati, treni fermi nelle stazioni e trasporto su gomma bloccato.

Il Governo ha messo in campo una forza speciale d’emergenza, ma l’esondazione di alcuni fiumi come il Katsura nella zona di Kyoto rendono le operazioni di salvataggio ed evacuazione molto complesse e lente, anche perché l’acqua in alcuni casi ha anche distrutto strade e vie di fuga.

Il Giappone è abituato a piogge intense e frequenti, ma l’attuale situazione metereologica non ha precedenti ed è paragonabile a quanto sta succedendo in Colorado, negli Stati Uniti, dove la popolazione è in ginocchio per le violentissime precipitazioni.

man-yi-feww-enhancement

Quel che preoccupa di più, nel caso giapponese, è però la gestione delle centrali nucleari e soprattutto di quella di Fukushima dove le piogge hanno ulteriormente aggravato la situazione già al limite del controllo. Tepco, per l’ennesima volta, è stata costretta a mettere in campo misure straordinarie per fronteggiare anche questa emergenza: con il tifone Man-yi, infatti, altra acqua si è accumulata nei serbatoi già pieni di acqua contaminata e radioattiva.

giappone tifone fukushima

Acqua che Tepco non riesce a contenere, e forse neanche a quantificare, e che finisce nell’Oceano Pacifico mettendo a rischio la flora e la fauna marine non solo del Giappone, ma di una buona parte dell’Asia orientale.

L’unica buona notizia è che il Giappone ha appena spento il suo ultimo reattore nucleare ancora in funzione: il reattore numero 4 della centrale di Oi.

I cambiamenti climatici da una parte, la lezione di Fukushima dall’altra e, in mezzo, il popolo giapponese abituato ad avere abbondante energia elettrica a basso costo. Qualcosa deve cambiare, e non solo in Giappone.

Peppe Croce

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook