Terremoto, non si ferma la paura: nuova forte scossa nella notte

Non si ferma la paura nelle zone terremotate, questa notte l’ennesima scossa di magnitudo 4.8 è stata avvertita all'1.35, con epicentro a Pieve Torina, nella zona a cavallo fra Fiordimonte e Pievebovigliana, centri maceratesi già duramente colpiti dai crolli. E anche se non si registrano nuovi danni, l’ansia e il timore aleggiano tra i cittadini.

Non si ferma la paura nelle , questa notte l’ennesima scossa di magnitudo 4.8 è stata avvertita all’1.35, con epicentro a Pieve Torina, nella zona a cavallo fra Fiordimonte e Pievebovigliana, centri maceratesi già duramente colpiti dai crolli. E anche se non si registrano nuovi danni, l’ansia e il timore aleggiano tra i cittadini.

La scossa è stata avvertita nettamente anche a Muccia, Fiastra, Visso, Ussita, e nello Spoletino e nel Reatino, dove molti hanno passato la notte in auto continuando ad avvertire lo sciame sismico proseguito fino all’alba. In tutto un centinaio di scosse che hanno toccato magnitudo 3,1 e che sono state avvertite anche a L’Aquila, Perugia, Arezzo e Roma.

Dopo il terremoto del 26 e del 30 ottobre scorso, l’ennesimo smottamento non poteva che creare il panico tra la popolazione e a complicare la situazione anche il maltempo.

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Gli sfollati sono ormai più di 20 mila nelle Marche e in queste ore continuano le verifiche per eventuali nuovi danni o situazioni d’emergenza. Secondo il Dipartimento della Protezione civile sono, invece, oltre 26 mila le persone assistite dal Servizio nazionale dopo i tre terremoti del Centro Italia.

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E mentre i cittadini si rimboccano le mani arrivano anche i moniti dal mondo della politica.

“Per decenni l’Italia non ha pensato al futuro, siamo bravissimi nelle emergenze, ma ora è necessario un piano di redenzione che, nell’arco di due generazioni, metta in sicurezza il Paese. È impensabile per la stabilità europea che crollino le scuole”, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo al Politecnico di Milano.

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Secondo il ministro Delrio:

“Servono 4-7 miliardi l’anno.Ci vogliono tanti soldi perché sulla prevenzione abbiamo investito poco negli ultimi 20 anni. C’è chi stima 100 miliardi, dipende dalle priorità ma il lavoro può essere progressivo. Si tratta di risorse possibili perché noi spendiamo più di 4-5 miliardi anno per riparare il dissesto idrogeologico, dobbiamo spendere invece per prevenire. Lo Stato deve esser presente con tutte le risorse necessarie”.

Dominella Trunfio

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