Terremoto Giappone, nucleare: altre esplosioni. Sale il livello di radioattività

Stamattina intorno alle 6 ora italiana si è verificata una nuova grande esplosione al reattore 2 che, a quanto pare ha danneggiato stavolta il muro di contenimento che, però, stando a quanto riferito dalla Tokyo Electric Power (Tepco) non è stato perforato anche se sono stati rilevati “possibili danni alla piscina di condensazione” ovvero la parte inferiore del contenitore per il raffreddamento del reattore che permette il controllo della pressione all’interno della camera di contenimento. Tutto il personale, ad eccezione di quello che ancora tenta disperatamente di iniettare acqua nel nocciolo del reattore, è stato fatto evacuare.

Sale sempre di più la tensione nella centrale nucleare di Fukushima colpita venerdì scorso dal violento terremoto che ha squassato il Giappone e dalle continue scosse di assestamento che stanno mettendo a dura prova la resistenza delle centrali atomiche nipponiche e tenendo il modo con fiato sospeso.

Stamattina intorno alle 6 ora italiana si è verificata una nuova grande esplosione al reattore 2 che, a quanto pare ha danneggiato stavolta il muro di contenimento che, però, stando a quanto riferito dalla Tokyo Electric Power (Tepco) non è stato perforato anche se sono stati rilevati “possibili danni alla piscina di condensazione” ovvero la parte inferiore del contenitore per il raffreddamento del reattore che permette il controllo della pressione all’interno della camera di contenimento. Tutto il personale, ad eccezione di quello che ancora tenta disperatamente di iniettare acqua nel nocciolo del reattore, è stato fatto evacuare.

La situazione peggiora di ora in ora anche nel reattore n°4 dove ci sarebbe un incendio ancora in corso che, stando anche a quanto comunicato dalle autorità giapponesi all’agenzia internazionale per l’energia atomica, avrebbe liberato nell’atmosfera materiale radioattivo. Come accaduto per i reattori 2 e 3 l’incendio è stato causato dall’idrogeno accumulato che ha surriscaldato l’edificio che ospita il reattore.

Ma a preoccupare maggiormente è, però, il reattore n°2 dove il malfunzionamento di una valvola sta compromettendo le operazioni di raffreddamento del nucleo con acqua di mare.

C’è stata fusione parziale dei nuclei

L’Autority per la sicurezza nucleare francese ha confermato “la fusione parziale” dei nuclei dei reattori uno, due e tre. Le barre di combustibile (uranio) che servono per le operazioni di fusione, infatti, sono restatate scoperte dall’acqua troppo a lungo diminuendo le possibilità di raffreddamento del materiale nucleare e causando le esplosioni e la fuoriuscita nell’atmosfera della radioattività.

Mai come in questi giorni la paura di un disastro nucleare si è fatta così sentire. Fino a venerdì scorso, il termine “fusione nucleare” era per lo più appannaggio degli addetti ai lavori. Adesso, invece, rimbalza di bocca in bocca nei quattro angoli del pianeta.

In cosa consiste, dunque, la fusione nucleare? E quale potrebbe essere il rischio reale per la centrale di Fukushima?

Il pericolo che si cerca di arginare sta nel controllo del calore prodotto dalle barre di combustibile. Le centrali sono in regolare esercizio quando l’impianto di raffreddamento, ad acqua, impedisce che le barre di uranio (ad altissima temperatura per via delle reazioni nucleari controllate) si surriscaldino. Durante le normali fasi di lavoro, le barre di combustibile riscaldate portano acqua a temperatura elevata e generano vapore che muove una serie di turbine. Si produce, così, energia elettrica.

Il problema che si verifica a Fukushima sta proprio qui: a causa del terremoto – tsunami, non viene più prodotta energia; tuttavia, le barre di combustibile continuano a riscaldarsi e generano vaste quantità di calore, a causa del fatto che negli impianti in pericolo i sistemi di raffreddamento non sono in funzione da venerdì. Dall’improvviso calo del livello dell’acqua di raffreddamento, le barre si sono surriscaldate a livelli inauditi. Da qui l’inizio di fusione che ha interessato i tre reattori.

La mossa immediata dei tecnici giapponesi ha consistito nel versamento di acqua di mare all’interno dei reattori. Con questo sistema, che di fatto ha messo a rischio la possibilità di utilizzare ancora la centrale, si intendeva raffreddare con rapidità le barre di uranio. Tuttavia, come si è visto, il “trucco” non è servito completamente.

Ciò ha causato, come previsto ieri dai tecnici, la serie di piccole esplosioni che hanno causato la rottura dei rivestimenti della centrale e l’irradiazione, nell’atmosfera, di sostanze ad elevata concentrazione di radiazioni.

È allarme per le radiazioni nell’atmosfera

E infatti la radioattività intorno alla centrale nucleare danneggiata è salita sensibilmente e si teme ora che il vento radioattivo di basso livello possa raggiungere anche Tokyo, a circa 240 chilometri a sud di Fukushima Daiichi. L’agenzia Kyodo ha riferito, ad esempio, che i livelli di radiazioni nella città di Maebashi, distante 100 chilometri dall’impianto, sono 10 volte sopra i livelli normali

Intanto il primo ministro Naoto Kan ha invitato le persone entro 30 km dall’impianto atomico di restare a casa e non sprecare elettricità. “Stiamo facendo ogni sforzo per evitare che la fuoriuscita si allarghi. So che le persone sono molto preoccupate ma vorrei chiedervi di agire con calma” è l’appello di Kan alla nazione.

Dalle ultime agenzie però sembra che la situazione stia migliorando e che i livelli di radiazioni, dopo l’impennata di queste ore, siano scesi nella zona circostante la centrale nucleare. Lo ha riferito il governo giapponese che alle 7 e 30 ora italiana ha fatto sapere attraverso il portavoce Yuko Edano che le radiazioni sono scese a 596,4 microsievert, quasi 700 volte in meno dei livelli registrati subito dopo le due esplosioni nei reattori.

Ma la gente ora ha seriamente paura e a Tokyo le persone stanno affollando i negozi per fare le scorte. Lo spettro di Chernobyl nonostante le rassicurazioni si fa sempre più vivo.

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