Temperature record negli oceani a causa del riscaldamento globale: è come se lanciassimo cinque bombe di Hiroshima ogni secondo

Gli oceani si stanno riscaldando sempre di più a causa della crisi climatica, provocando l'aumento di fenomeni meteorologici estremi

Le temperature degli oceani hanno raggiunto un nuovo record nel 2019 in conseguenza al riscaldamento globale in atto sul nostro Pianeta.

Per valutare il nostro impatto sulla Terra, tendiamo a prendere in esame solo la temperatura dell’aria, ma una misura molto importante da tenere in considerazione è proprio quella legata al riscaldamento delle acque.

Secondo una nuova analisi pubblicata sulla rivista Advances In Atmospher Sciences, le temperature raggiunte durante lo scorso anno negli oceani di tutto il mondo sono le più alte mai registrate nella storia dell’umanità.

L’aspetto più preoccupante che emerge dall’analisi non è però l’aumento che si è verificato nell’ultimo anno, ma quello registrato nel lungo periodo. Poiché i valori relativi a un solo anno possono essere influenzati da diverse variabili o errori strumentali, infatti, è più importante valutare la tendenza a lungo termine.

I ricercatori hanno dunque preso in esame il trend registrato nel periodo che va dal 1955 al al 1986 e quello relativo al periodo dal 1987 al 2019.
I risultati mostrano che il calore nelle acque aumenta a un ritmo accelerato mentre i gas serra si accumulano nell’atmosfera: il tasso di riscaldamento degli oceani dal 1987 al 2019 è infatti superiore di 4,5 volte rispetto a quello del periodo precedente. Un dato terribile, prova inconfutabile della crisi climatica in atto.

Secondo Lijing Cheng, autore principale dell’articolo, la responsabilità di un tasso tanto elevato è infatti da ricercare nelle emissioni di gas serra, che hanno fatto assorbire all’oceano una quantità di joule incredibile, l’equivalente di cinque esplosioni atomiche Hiroshima al secondo:

“La bomba atomica di Hiroshima è esplosa con un’energia di circa 63.000.000.000.000 di Joules”, ha dichiarato Cheng – “Ho fatto un calcolo… la quantità di calore che abbiamo immesso negli oceani del mondo negli ultimi 25 anni è pari a 3,6 miliardi di esplosioni di bombe atomiche di Hiroshima”.

I gas a effetto serra emessi dalle attività umane hanno causato negli ultimi decenni un aumento globale delle temperature; oltre il 90% del calore in eccesso viene immagazzinato negli oceani di tutto il mondo, dove si accumula.
Dato che gli oceani sono il principale deposito dello squilibrio energetico della Terra, misurare la temperatura degli oceani è utile a quantificare il riscaldamento globale.

Se da una parte le temperature misurate negli oceani ci dicono quanto è grave la crisi climatica, dall’altra peggiorano gli effetti dei cambiamenti sul clima.

Il riscaldamento delle acque, infatti, oltre a danneggiare in modo grave la vita nei mari, porta a un’esacerbazione di fenomeni meteorologici estremi come gravi tempeste e inondazioni, ma anche siccità e incendi.

“Il calore crescente aumenta l’evaporazione e l’umidità extra nell’atmosfera provocando forti piogge e favorendo inondazioni che portano a un ciclo idrologico più estremo e condizioni meteorologiche più estreme (in particolare uragani e tifoni).
È uno dei motivi principali motivi per cui la Terra ha sperimentato crescenti incendi catastrofici in Amazzonia, California e Australia nel 2019 (che si sono estesi fino al 2020 per l’Australia)”, scrivono gli autori dell’analisi.

Inoltre, il surriscaldamento degli oceani contribuisce allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare. Nell’ultimo decennio il livello del mare è in costante aumento e gli scienziati prevedono un ulteriore innalzamento entro la fine del secolo. Il livello del mare potrebbe crescere fino a un metro e questo costringerebbe 150 milioni di persone in tutto il mondo ad abbandonare zone oggi abitate.

Purtroppo, la situazione non è destinata a migliorare in tempi brevi: i ricercatori sottolineano che il riscaldamento degli oceani continuerà anche se la temperatura media dell’aria superficiale globale non dovesse più crescere, perché gli oceani risponderebbero lentamente a una stabilizzazione della temperatura atmosferica.

Tuttavia, gli autori concludono che il tasso di riscaldamento delle acque e i rischi a esso associato sarebbero molto inferiori se riducessimo le emissioni atmosferiche, dunque è fondamentale prendere misure per contenere il riscaldamento globale.

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