Scoperti i responsabili dello sversamento nel mare di Castel Volturno dopo il lockdown

Accertati i responsabili della grande macchia nera apparsa all'indomani dell'avvio della Fase 2 nelle acque della Campania

Vi ricordate dello sversamento illegale nel mare della Campania, arrivato puntuale con la fine del lockdown? Bene, chi ha inquinato la foce del canale Agnena, che finisce in mare tra Castel Volturno e Mondragone, in Campania, ora è stato “beccato”.

Ad annunciarlo sui social, ringraziando coloro che hanno condotto le indagini, è stato il ministro Costa in persona. Lo sversamento si era verificato quasi in contemporanea con quello del fiume Sarno, anch’esso inquinato da una fonte illecita con il riavvio della attività delle Fase 2.

Ma ora, dopo accurate indagini da parte dei Carabinieri Forestali e della Capitaneria di Porto, i responsabili sono stati scoperti e l’azienda sequestrata.

“La Procura ha scritto che gli atti erano “reiterati”. Inquinatori seriali. Ecco: adesso dovranno vedersela con la giustizia”, ha detto il ministro.

Dopo il Sarno, anche il martoriato Litorale Domitio aveva subito questo scempio. Era accaduto la prima settimana di maggio, proprio con l’avvio della Fase 2. Se fino ad allora le acque erano tornare cristalline, purtroppo col riavvio delle attività era accaduto un fatto alquanto anomalo: alla foce del canale Agnena, che finisce in mare tra Castel Volturno e Mondragone, in Campania, era stata fotografata da un drone una grande macchia nera,  causata da sversamenti illegali.

Le attività investigative svolte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Castel Volturno (CE) e da quelli dell’Ufficio Locale Marittimo – Guardia Costiera di Castel Volturno (CE), coordinate dalla Procura, hanno interessato l’intero corso d’acqua artificiale, lungo circa 30 Km, alla ricerca dell’origine dello sversamento, localizzato nel comune di Vitulazio (CE). Proprio durante un sorvolo con l’elicottero  è stata individuata anche l’azienda zootecnica responsabile.

“Infatti, dall’alto è stato possibile individuare un deposito sul suolo nudo di enonni cumuli di letame proprio lungo la sponda del canale Agnena, per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri. Il successivo accertamento in sito, oltre a consentire di dettagliare quanto già visionato durante il sorvolo, ha pennesso di documentare che i liquidi si sgrondo dei letami tracimava dai cumuli all’intemo dell’adiacente Canale Agnena, nonché ha fatto di svelare la presenza di un lagone interrato completamente abusivo colmo di liquami dislocato nello stesso allevamento. L’accertamento ha permesso quindi di riscontrare una gestione totalmente illegale dei reflui zootecnici derivanti dell’attività di allevamento delle bufale che è risultata essere sistematica e protratta nel tempo, e non certo occasionale, in quanto anche il registro delle utilizzazioni agronomiche dei reflui è risultato fenno al giugno 2018” fa sapere l’Arpa Campania.

Il titolare dell’azienda zootecnica e il  figlio sono stati sottoposti ad indagini per il

“delitto di inquinamento ambientale con condotta reiterata e perdurante, per aver cagionato una compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile della porzione estesa del suolo nonché delle acque del Canale Agnena a attraverso questi del Mar Tirreno, all’altezza del comune di Castel Voltumo”.

L’ azienda è stata sequestrata. Già negli anni passati un’onda nera aveva deturpato la foce del lago Patria, a Giugliano, sempre sullo stesso litorale, finendo in mare:

Questa volta per fortuna i responsbaili sono stati scoperti e ci auguriamo che possano pagare caro questo scempio.

Fonti di riferimento: Arpa Campania, Sergio Costa/Facebook

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