Com’era prevedibile, i sacchetti di plastica distanziatori per le spiagge sono già finiti in mare

I sacchetti di plastica usati nelle spiagge libere di Genova come distanziatori sono già finiti in mare.Non sono mai stati sostituiti con la juta

Com’era prevedibile i sacchetti di plastica usati nelle spiagge libere come distanziatori sono già finiti in mare. Le promesse del Comune di Genova erano state tante: la prima quella di sostituire la plastica con la juta, la seconda che i volontari avrebbero rimosso il tutto con l’arrivo del mare grosso. Ma così non è stato e sul web si vedono già le tristi immagini dei sacchetti sul litorale.

Fino a qualche tempo, gli esperti erano convinti che continuando così, nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci, una data che dopo l’emergenza coronavirus e il ritorno al monouso, potrebbe essere addirittura anticipata.

Le immagini di Andrea Sessarego scattate a Vesima in Liguria mostrano la triste realtà: i sacchetti stanno contribuendo all’inquinamento marino che provoca distruzione dell’habitat e morte per soffocamento di pesci e tartarughe marine. La plastica frantumandosi verrà scambiata per cibo e fra qualche mese ci ritroveremo a denunciare, per l’ennesima volta, di ciò che viene trovato nello stomaco degli animali.

Ne avevamo parlato qualche giorno fa, sulle spiagge libere il comune di Genova ha posizionato dei  sacchetti di plastica pieni di sabbia per delimitare le distanze. Scelta quantomai discutibile in un momento in cui il nostro ambiente è già in ginocchio. Così in 27 spiagge libere sono spuntati i distanziatori fai da te: uno slalom tra buste riempite di sabbia per delimitare le zone.

“A ogni nucleo famigliare – fino a 4 persone – sarà dato un numero, corrispondente al posto assegnato in spiaggia attraverso sacchi di sabbia numerati. I sacchi sono posizionati al fine di garantire una distanza minima tra ombrelloni di tre metri e assicurare uno spazio di dieci metri quadrati a nucleo famigliare. Non ci saranno recinti, ma ogni famiglia avrà gli spazi necessari per poter garantire il rispetto del distanziamento minimo” si leggeva nel comunicato ufficiale.

Ma oggi, questa è la situazione:

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“Che bell’idea quella dei sacchi segnaposto in plastica sulle spiagge genovesi! Li sostituiremo con sacchi di juta dicevano. Come sempre la natura ha affrontato il problema prima di noi e ringrazia per un altro po’ di plastica in mare”, scrive l’autore delle foto.

E adesso speriamo che il comune di Genova raccolga il tutto al più presto e trovi metodi più consoni per far rispettare il distanziamento sociale.

Fonte: Andrea Sessarego/Facebook

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