Malattie, inondanzioni, parassiti delle zanzare, scarsità d’acqua… il riscaldamento globale è peggiore del 20% nel Mediterraneo

Uno nuovo rapporto mette in luce le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici con cui il bacino del Mediterraneo dovrà fare i conti a breve

Inondazioni, siccità, carestie, parassiti, malattie, sfollamenti: ecco i principali effetti dei cambiamenti climatici con cui saremo costretti a fare i conti nella zona del Mediterraneo, in un futuro molto vicino.

L’aumento delle temperature sta provocando disastri in tutto il Pianeta, ma la regione mediterranea è quella che potrebbe essere colpita più duramente.

Nell’area mediterranea, infatti, la temperatura  ha già raggiunto 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale. Questo significa che nel bacino del Mediterraneo il riscaldamento globale è superiore del 20% rispetto alla media del pianeta e gli scienziati hanno avvisato che, in assenza di misure che riducano i gas serra, le conseguenze potrebbero essere drammatiche.

Entro il 2040 l’aumento di temperatura potrebbe arrivare a 2,2°C e in soli due decenni, 250 milioni di persone potrebbero dover affrontare conseguenze terribili legate alla scarsità di acqua, alla siccità e agli altri effetti del riscaldamento globale. La temperatura potrebbe addirittura aumentare ulteriormente e i termometri potrebbero segnare fino a 3,8°C in alcune zone del Mediterraneo entro il 2100.

È quanto emerge da un nuovo rapporto presentato da un team di scienziati lo scorso giovedì a Barcellona, in occasione del convegno di Union for the Mediterranean, organizzazione internazionale i cui membri includono stati dell’Unione europea e paesi del Mediterraneo meridionale e orientale.

Dal 2015, un gruppo di oltre 80 ricercatori sta monitorando il bacino del Mediterraneo sotto la guida di Wolfgang Cramer e, dopo anni di lavoro ha presentato il primo rapporto scientifico completo sull’impatto del cambiamento climatico e ambientale nella regione del Mediterraneo.

“Mai prima d’ora c’era stata una sintesi completa come questa”, ha affermato Cramer sottolineando la preoccupazioni per le molte persone vulnerabili che “vivono molto vicino al mare o in situazioni di povertà, dunque hanno poche possibilità per proteggersi o allontanarsi”.

Le drammatiche conseguenze del riscaldamento globale nel bacino del Mediterraneo

Il rapporto presentato dai ricercatori pochi giorni fa, punta i riflettori sulle conseguenze dei cambiamenti climatici nel bacino del Mediterraneo, dall’innalzamento del livello dei mari alla perdita di biodiversità, fino ai rischi per la salute umana.

Di tutti gli effetti dei cambiamenti climatici esaminati nel rapporto, Cramer sottolinea l’importanza dell’innalzamento del livello del mare. Entro il 2100 il livello delle acque del Mediterraneo potrebbero aumentare di oltre un metro e la popolazione che oggi vive sulle coste dovrà fare i conti con alluvioni e scarsità di cibo: i suoli diventeranno sempre più salini e questo sarà un grande problema per l’agricoltura.

L’altro effetto che preoccupa i ricercatori è la siccità. La crescente frequenza delle ondate di calore determinerà gravi carenze idriche: entro il 2040, circa 250 milioni di persone soffriranno di scarsità d’acqua e avranno a disposizione meno di 1.000 metri cubi di acqua pro capite all’anno per lavarsi, bere e coltivare. Questa situazione potrebbe portare a un aumento dei conflitti e della migrazione di massa.

I cambiamenti climatici avranno anche un impatto sulla salute e sulla sicurezza alimentare. Il deterioramento della qualità dell’aria, le temperature troppo elevate, la scarsità d’acqua e di raccolti porteranno a carestie, a una maggiore incidenza di patologie respiratorie e cardiovascolari e di conseguenza a un incremento dei decessi soprattutto nelle grandi città e tra le fasce di popolazioni più vulnerabili.

Infine, i cambiamenti climatici minacciano gli ecosistemi, attraverso l’eccessivo sfruttamento del suolo e dei mari e a causa dell’inquinamento. L’acidificazione degli oceani e l’aumento di temperature dei mari, ad esempio, stanno determinando una grave riduzione delle specie marine e, contemporaneamente, causano la proliferazione di insetti che veicolano malattie, tra cui le zanzare.

Nonostante le prospettive pessimistiche Cramer sottolinea che l’obiettivo dello studio è quello di fornire informazioni equilibrate sui rischi per l’intero bacino del Mediterraneo ai politici perché adottino al più presto misure davvero efficaci per contenere gli i futuri effetti dei cambiamenti climatici e adattarsi a quelli che si stanno già manifestando.

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Tatiana Maselli

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