Scoperto come rimuovere le microplastiche dall’acqua con i batteri, grazie a speciali reti microbiche

Con l'aiuto dei batteri sarà presto possibile ripulire l'ambiente dalle microplastiche e trasformarle in una massa riciclabile.

Gli scienziati hanno scoperto un modo per rimuovere le microplastiche dall’ambiente, con l’aiuto di speciali batteri che creano vere e proprie reti di microbi in grado di catturare le particelle inquinanti nell’acqua e trasformarle in una massa riciclabile.

I microbiologi dell’Università Politecnica di Hong Kong hanno ideato un modo sostenibile per rimuovere le microplastiche inquinanti dall’ambiente – grazie al lavoro svolto dai batteri. I batteri tendono per loro natura a fare gruppo e ad appiccicarsi alle superfici, e questo crea una sostanza adesiva chiamata biofilm – la vediamo ogni giorno quando ci laviamo i denti e ci liberiamo della placca, per esempio. I ricercatori hanno provato ad utilizzare questa proprietà adesiva dei batteri per creare reti ni microbi in grado di intrappolare le microplastiche presenti nell’acqua e di creare con esse una massa riciclabile. Anche se i risultati sono ancora preliminari, questa invenzione potrebbe aprire la strada per un abbassamento sostenibile dei livelli di inquinamento da plastica semplicemente utilizzando qualcosa di già presente in natura.

“È necessario sviluppare soluzioni efficaci in grado di intrappolare, raccogliere e magari anche riciclare queste microplastiche per fermare la ‘plastificazione’ del nostro ambiente” ha dichiarato Sylvia Lang Liu, ricercatrice che ha guidato il progetto.

Le microplastiche sono frammenti di plastica di misura inferiore ai 5 mm, che solitamente sono rilasciati nell’ambiente durante la produzione o la distruzione di oggetti che fanno parte della nostra quotidianità come bottiglie di plastica o buste del supermercato. Possono generarsi anche durante il lavaggio di abiti in tessuti sintetici (come il nylon) o la cura della persona (utilizzando, ad esempio, saponi con particelle esfolianti e filo interdentale). Anche se piccoli, il rischio che questi frammenti immettono nell’ambiente è enorme.

Le microplastiche sono difficilmente biodegradabili, continuano a disperdersi nell’ambiente per lunghi periodi e assorbono anche sostanze chimiche tossiche. Popolano le acque di fiumi e mari, mettendo a repentaglio la vita degli animali marini che finiscono per ingerirli e andando a inquinare anche il cibo che mangiamo noi umani, con gravi danni per la nostra salute.

(Leggi: Le microplastiche ormai sono ovunque: vengono trasportate nell’atmosfera da un continente all’altro)

Con questa ricerca, il team della professoressa Liu ha messo a punto un biofilm a partire da un batterio chiamato Pseudomonas aeruginosa, capace di immobilizzare e incorporare le microplastiche che fluttuano nell’acqua, portandole verso il fondo. Poi, grazie a un meccanismo di cattura e rilascio, i ricercatori possono staccare le microplastiche dalla rete batterica e riciclarle. Si tratta di un interessante passo in Avanti per quanto riguarda la cattura delle microplastiche disperse nell’ambiente.

I risultati saranno presentati proprio oggi alle 18.30 all’interno del Convegno Annuale di Micro Biologia #microbio21

Fonte: The Guardian

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