Referendum nucleare: arriva la fiducia della Camera. Contro lo “scippo del referendum” ultima parola alla Cassazione

Tra applausi e protesti il sì della Camera al decreto Omnibus attende ora l'esame della Cassazione e l'ok di Napolitano. Ma Greenpeace e i Circoli attaccano il governo

E alla fine ce l’ha fatta. Ieri la Camera ha dato il via libera al decreto Omnibus. 313 voti a favore e 291 contro, 2 astenuti. Ma perché il Governo sta facendo di tutto per non mandarci ad esprimere la nostra opinione in occasione del referendum? Più che altro, perché sta tentando di renderla pressocché ?

Il voto sul nucleare potrebbe dunque essere fermato. Dovrebbe essere accolta con favore la decisione che prevede lo stop alla costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro Paese. Ma non è così perché in questo modo, forse per paura che i risultati raggiunti in Sardegna con il referendum consultivo potessero infiammare gli animi e portare la gente alle urne, il referendum sul nucleare potrebbe essere annullato. Tale situazione ha acceso gli animi e risvegliato i malumori, perarlo mai sopiti.

A partire dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che durante il sit-in di protesta davanti a palazzo Montecitorio lancia un messaggio a Napolitano: “Ci auguriamo che il Capo dello Stato non firmi una legge così truffaldina Il governo Berlusconi chiede la fiducia alla Camera, dove l’ha comprata, ma non la chiede al referendum perché non ha più la fiducia dei cittadini“. Messaggio chiaro.

Intanto, questa mattina, sulla terrazza del Pincio a Roma è comparso un gigantesco bidone nucleare di Greenpeace alto 4 metri di altezza e largo 5 sul quale si legge “Liberateci dal nucleare” e “Attenzione! Contiene attivisti“. Alcuni di essi infatti si sono asserragliati all’interno del bidone, mentre altri si sono incatenati davanti ad esso aprendo uno striscione con scritto “I pazzi siete voi. Il nucleare non è il nostro futuro”, ricordando l’iniziativa dei colleghi, serrati volontariamente vivi dentro casa. Inoltre, dalla terrazza del Pincio è stato srotolato uno striscione leggibile da Piazza del Popolo con scritto “12 e 13 giugno 2011 Referendum. Vota Sì per fermare il nucleare”.

Le proteste pacifiche contro il nucleare stanno diventando più forti man a mano che i cittadini si rendono conto che il Governo sta cercando di rubargli il diritto di votare al Referendum. Abbiamo portato la nostra protesta a Piazza del Popolo proprio perché è solo con il voto popolare che possiamo fermare il ritorno al nucleare in Italia – ha detto Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace ItaliaSiamo fieri di supportare la protesta dei ragazzi di ipazzisietevoi.org, che mostrano il coraggio dei giovani italiani che si stanno ribellando a una decisione che avrebbe ricadute gravissime per le generazioni future”.

“Porre il voto di fiducia sul Decreto legge Omnibus che contiene lo ‘scippo’ del referendum sul ritorno del nucleare in Italia – su cui il Governo non fa alcun passo indietro – è il tentativo disperato di impedire un confronto sereno e approfondito sul futuro energetico dell’Italia in Parlamento e nel Paese, nel rispetto della sovranità popolare che si può esprimere, direttamente, solo con il voto, o, indirettamente, nell’aula di Montecitorio”. Così il WWF Italia sul voto di fiducia del Governo sul DL Omnibus. “A questa forzatura con cui il Governo cerca di imporsi, non solo sul confronto democratico in Parlamento, ma anche sul diritto di voto dei cittadini, si aggiunge inoltre l’oscuramento da parte dei media, tranne qualche rara eccezione, dell’appuntamento referendario del 12 e 13 giugno. Un’omertà che va a ledere il diritto all’informazione e che è stata favorita, prima con l’approvazione con un mese di ritardo del regolamento per la RAI, poi con la ‘costrizione’ dell’informazione sui referendum in fasce d’ascolto a dir poco irrisorie”.

Un governo terrorizzato dall’opinione degli italiani fa marcia indietro su uno dei punti qualificanti del proprio programma e cancella il nucleare. Gli italiani un primo risultato lo hanno già portato a casa. Ma sappiamo che è un trucchetto, e che tenteranno di riprovarci. Per questo vogliamo il referendum”. Queste le parole delle oltre 80 associazioni del Comitato “Vota Sì per Fermare il Nucleare”, in presidio di protesta davanti a Montecitorio. “La paura della valanga di sì che pioveranno dal referendum ha fatto mettere la retromarcia e cancellare il programma atomico”, sottolinea il comitato: “Ma non ci accontentiamo: perché – lo hanno ammesso in tanti nel governo, Berlusconi in testa – il nucleare esce dalla porta ma cercheranno di farlo rientrare quanto prima dalla finestra”. Per questo, affermano le associazioni, “sarebbe bene che agli italiani non venga tolto il diritto costituzionalmente riconosciuto di far pesare la propria opinione e dare così l’addio definitivo all’atomo il 12 e 13 giugno”.

Esultano invece i Circoli dell’Ambiente di Alfonso Fimiani: “Il Dl Omnibus approvato ieri in Parlamento ha di fatto cancellato il referendum e la Cassazione non potrà far altro che prendere atto che le norme sottoposte alla consultazione popolare sono state già abrogate dal Governo: sarebbe incomprensibile andare a votare per sopprimere una legge che non esiste più” ha detto Fimiani. Continua: “Il Governo ha preso la decisione giusta: andare a votare oggi, sull’onda emotiva di Fukushima e con un monopolio informativo concesso all’ambientalismo estremista e fondamentalista ed agli anti-nuclearisti vuol dire fermare il progresso in Italia, fermare non solo la costruzione delle centrali di terza generazione avanzata, ma anche la ricerca sulle centrali di quarta”.

Ma al contrario di ciò che afferma Fimiani, non è detta l’ultima parola, manca la firma del Presidente della Repubblica e soprattutto l’ultima parola spetta alla Cassazione e non siamo così convinti che prenda atto che le norme siano state già abrogate. Anche perché se così fosse non avremmo nulla da temere, no?

Francesca Mancuso

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